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Don Adriano Manzato è tornato alla casa del Padre

«Riservato e semplice, aveva una grande fede»

«Era innamorato di Assisi, dove andava a pregare»

Don Adriano Manzato è tornato alla Casa del Padre nella notte tra mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio, all’età di 53 anni. Il funerale, celebrato dal Vescovo monsignor Guido Gallese insieme con i sacerdoti della Diocesi, si è tenuto sabato 27 nella chiesa di Santa Maria a Castellazzo Bormida. Tantissimi i fedeli che hanno pregato per don Adriano durante le esequie: al termine della funzione, alcuni lo hanno ricordato con parole commoventi.

Don Adriano, ordinato sacerdote il 10 giugno 1995, ha prestato servizio nelle comunità di Bassignana, Isola Sant’Antonio, Montecastello e Predosa, oltre a essere stato viceparroco al Duomo di Valenza e a Santa Maria di Castello di Alessandria. Negli ultimi anni la sua missione è stata dedicata all’unità pastorale Bormida.

«Don Adriano è diventato sacerdote nel ’95, un anno particolarmente di grazia per il nostro seminario, dove c’era una comunità di 10 seminaristi. Ha svolto il suo ministero nella semplicità e fraternità. Era buono di animo, molto semplice nel suo agire pastorale: un prete di una volta, potremmo dire» racconta don Emanuele Rossi, moderatore dell’unità pastorale Bormida. «Dal 2021, con la nuova impostazione della Diocesi, ha scelto di fare vita di comunità e di collaborare con l’unità pastorale Bormida. La sua situazione di salute non è mai stata felice, in particolare ha avuto diversi problemi nel 2008. Alcuni sono riemersi ultimamente, e la sua salute non ha retto alle cure che stava facendo» prosegue don Emanuele, che aggiunge: «Una perdita grave per la Diocesi, che ci interroga sul nostro stare insieme. Era devoto della Madonna, faceva molti pellegrinaggi a Crea, a Oropa, a Tortona. Ed era innamorato di Assisi, dove si recava due volte all’anno per un periodo di preghiera».

A ricordarlo anche don Giuseppe Biasiolo, vicario del clero: «Andavo a trovarlo spessissimo, sia quando era a Isola Sant’Antonio sia quando era alla casa di riposo di Frascaro. Cercavo di tirarlo su. Confidava nell’onnipotenza e nella grazia divina: essendo persuaso di non poter contare su di sé, contava su Dio. Era in costante offerta e domanda di aiuto da parte della Provvidenza».

«Per me è mancato un fratello» dice, commosso, don Valerio Bersano. «Ci siamo sempre sentiti, l’ho incontrato diverse volte in queste ultime settimane. Era molto riservato e semplice, ma era un prete con una grande fede. È rimasto molto legato alle persone che ha incontrato nelle varie comunità. Era anche sensibile, buono. Molto riflessivo, ma dal sorriso facile» aggiunge don Valerio, che poi conclude: «Con me ha condiviso alcuni mesi a Santa Maria di Castello, tanti fedeli lo ricordano con affetto».

«Non è facile parlare di Adriano, è una persona che conosco da una vita…» spiega don Luciano Lombardi, moderatore dell’unità pastorale Lungotanaro. «Siamo stati compagni di seminario, abbiamo fatto quegli anni di formazione insieme: io sono entrato nel 1990 mentre lui era già lì da un anno. Siamo stati legati dall’amicizia sempre, fino a quando è mancato. Ci siamo visti, incontrati, come si fa normalmente tra amici. Era animato da un vivo desiderio di Dio e da un desiderio forte di voler bene alla gente. Questo è quello che c’era nel profondo del cuore di Adriano, sempre». Don Luciano racconta anche di due viaggi che aveva fatto con l’amico sacerdote: «Uno a Cracovia, per andare al Santuario della Divina Misericordia, e uno a Medjugorje. Sono stati viaggi molto belli per me, il fatto di avere accanto un uomo mosso da un sincero desiderio di incontrare il Signore e vivere la preghiera è stato molto importante».

Infine, un pensiero anche sull’ultimo saluto a don Adriano: «Il funerale ha lasciato emergere ciò che lui ha seminato nel cuore delle persone. Spesso rimane lì, nascosto, ma la partecipazione viva e quanto è stato espresso dai pensieri delle persone dicono ciò che don Adriano ha dato alla nostra Chiesa locale». Questo il ricordo della comunità di Isola Sant’Antonio: «Giovedì 25 gennaio la nostra comunità è stata colta dalla notizia dell’improvvisa scomparsa di don Adriano Manzato, sua guida per dieci anni e, in più occasioni, ancora presente. Chi ha avuto modo di conoscerlo sa quanto egli abbia amato la semplicità della quotidianità e l’essenziale della preghiera. A lui, che soleva definirsi “povero prete di campagna”, chiamato all’incontro con Dio, sua “Via, Verità e Vita”, va il nostro grazie riconoscente».

Alessandro Venticinque

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