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Concistoro del 7 dicembre – La Chiesa ha 21 nuovi cardinali

Il Papa ai neo porporati: «No alla tentazione di dividerci»

Nell’omelia del suo decimo Concistoro presieduto in piazza il 7 dicembre in San Pietro per la creazione di 21 nuovi Cardinali, papa Francesco ha esordito citando il “guazzabuglio del cuore umano” di manzoniana memoria e ha fatto della sua ultima enciclica, “Dilexit nos”, il filo rosso del mandato affidato alle nuove porpore. Con questo Concistoro il Collegio è formato da 253 Cardinali, di cui 140 elettori e 113 non elettori. Per quanto riguarda la provenienza geografica, 115 provengono dall’Europa, 37 dall’Africa, 32 dall’America meridionale, 29 dall’Africa, 28 dall’America del Nord, 8 dall’America centrale, 4 dall’Oceania.

I 21 nuovi Cardinali creati che hanno ricevuto l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia sono: Angelo Acerbi, Arcivescovo tit. di Zella, Nunzio Apostolico; Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, Arcivescovo di Lima (Perù); Vicente Bokalic Iglic, C.M., Arcivescovo di Santiago del Estero (Argentina); Luis Gerardo Cabrera Herrera, O.F.M., Arcivescovo di Guayaquil (Ecuador); Fernando Natalio Chomalí Garib, Arcivescovo di Santiago de Chile (Cile); Tarcisio Isao Kikuchi, S.V.D., Arcivescovo di Tōkyō (Giappone); Pablo Virgilio Siongco David, Vescovo di Kalookan (Filippine); Ladislav Nemet, S.V.D., Arcivescovo di Beograd (Serbia); Jaime Spengler, O.F.M., Arcivescovo di Porto Alegre (Brasile); Ignace Bessi Dogbo, Arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio); Jean-Paul Vesco, O.P., Arcivescovo di Alger (Algeria); Dominique Joseph Mathieu, O.F.M. Conv., Arcivescovo di Teheran-Ispahan dei Latini (Iran); Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa (Italia); Baldassare Reina, Arcivescovo tit. di Acque di Mauritania, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, Arciprete della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano; Frank Leo, Arcivescovo di Toronto (Canada); Rolandas Makrickas, Arcivescovo tit. di Tolentino, Arciprete Coadiutore della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore; Mykola Bychok, C.Ss.R., Vescovo di Saints Peter and Paul of Melbourne degli Ucraini (Australia); Timothy Peter Joseph Radcliffe, O.P., Teologo; Fabio Baggio, C.S., Arcivescovo tit. eletto di Urusi, Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; George Jacob Koovakad, Arcivescovo tit. di Nisibi dei Caldei, Coordinatore dei Viaggi Apostolici; Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli (Italia).

“Badate bene a fare la strada di Gesù”, la prima raccomandazione di Francesco. Secondo il Papa “può succedere anche a noi”, come ai discepoli, “che il nostro cuore perda la strada, lasciandosi abbagliare dal fascino del prestigio, dalla seduzione del potere, da un entusiasmo troppo umano per il nostro Signore”. Il monito di Francesco: “E, invece, abbiamo sempre bisogno di ritornare al centro, di recuperare il fondamento, di spogliarci di ciò che è superfluo per rivestirci di Cristo. Anche la parola “cardine” ci richiama a questo, indicando il perno su cui viene inserito il battente di una porta: è un punto fermo di appoggio, di sostegno. Ecco, cari fratelli: Gesù è il punto d’appoggio fondamentale, il centro di gravità del nostro servizio, il punto cardinale che orienta tutta la nostra vita”.

“L’avventura della strada, la gioia dell’incontro con gli altri, la cura verso i più fragili: questo deve animare il vostro servizio di cardinali”, l’indicazione di rotta del Papa. Fare la strada di Gesù significa, infine, “essere costruttori di comunione e di unità”.  No, allora, alla “tentazione di dividerci”, dalla quale aveva già messo in guardia San Paolo VI, secondo il quale invece “è nell’ardore posto nella ricerca dell’unità che si riconoscono i veri discepoli del Cristo”. “Animati da questo spirito, voi farete la differenza” ha assicurato il Papa, “in una società ossessionata dall’apparenza e dalla ricerca dei primi posti”. “Stare stanco rovina il cuore, l’acqua stanca è la prima a corrompersi”, l’aggiunta a braccio.

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