Ernesto Olivero (S) fondatore del Sermig insieme a Rosanna Tabasso responsabile Sermig durante la Marcia della Pace dal titolo "2025 Passi di Pace" organizzata dal Sermig, con partenza dalla parrocchia Maria Regina della Pace per raggiungere il centro della citta', Torino, 29 dicembre 2024. ANSA/TINO ROMANO

La pace comincia nel nostro cuore

Appuntamento sabato 1° marzo alle ore 21 con Ernesto Olivero e Rosanna Tabasso 

Sabato 1° marzo alle ore 21, in Sala Iris del Collegio Santa Chiara, ci sarà l’incontro con Ernesto Olivero e Rosanna Tabasso su “La pace comincia nel nostro cuore”, nell’ambito del ciclo degli Incontri al Santa Chiara, promossi dal Centro di cultura dell’Università Cattolica. Abbiamo rivolto alcune domande al presidente del Centro, professor Renato Balduzzi.

Professore, può innanzitutto tracciare un profilo dei due relatori?

«Non è semplice. Potrei dire che Ernesto è la dimostrazione di come una persona come tante, un impiegato di banca metà salernitano e metà piemontese, animato da un fuoco interiore e persuaso di volere prendere sul serio la notizia buona dell’Incarnazione di Gesù, possa avere creato dal nulla una realtà che ha dell’incredibile come l’Arsenale della Pace ed essere stato proposto non da una lobby, non da un gruppo di pressione, ma da Madre Teresa di Calcutta, come candidato credibile per il Premio Nobel per la pace. Uno che non parla di pace, la pratica».

E Rosanna Tabasso?

«Rosanna è la prima discepola di Ernesto, la prima consacrata della Fraternità della Speranza, la colonna prima del Sermig e poi dell’Arsenale, che nasconde dietro un disarmante sorriso una determinazione e una tenacia che lasciano senza parole. Da quattro anni è la presidente della Fraternità della Speranza, cioè del gruppo di persone che sono il cuore pulsante dell’insieme di attività e opere che fanno capo all’intuito di Ernesto. Ma chiamarla la continuatrice di Olivero è riduttivo: Rosanna Tabasso è davvero il cemento verde di quel grande alveare».

Nel percorso degli incontri al Santa Chiara, come si colloca il tema della pace?

«Abbiamo cominciato incontrando un biblista che ci ha richiamato il passo della Genesi sul contare le stelle, dunque uno sguardo sul mistero del mondo naturale. Concludiamo (in realtà vi sarò una coda a maggio, ma non voglio togliere la sorpresa) con uno sguardo sul mistero dell’animo umano e sulla sua tendenza ad autodistruggersi. Ma lo facciamo con due testimoni di speranza».

In attesa di ascoltare i relatori, lei che cosa intende con “La pace comincia nel nostro cuore”?

«Le rispondo con un passaggio dell’ultima intervista concessa da Ernesto, domenica scorsa al giornalista Nicolò Zancan di “Repubblica”: la pace non può essere una semplice parola o uno slogan da urlare nelle piazze o nei salotti televisivi. O è un fatto, o non serve. O è una scelta di vita, o è un sentimento consolatorio. Penso che il titolo che abbiamo voluto dare alla serata di sabato esprima la medesima convinzione».

Normalmente con il termine “pace” si intende l’assenza di guerra: è così, secondo lei?

«Pace è molto di più, è un modo di essere dell’animo e del quotidiano, che tra gli effetti ha anche l’assenza di guerra, ma che ha il suo fulcro nel creare le condizioni perché alla guerra non si arrivi. Un po’ come avevano fatto i santi fondatori dell’Europa 75 anni fa, quel trio indimenticabile formato da Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman. Se mi passa il paragone, è un po’ quello che succede per la salute. Nel 1946, quando si costruiva l’Organizzazione mondiale della sanità, quell’Oms che oggi qualche sconsiderato vorrebbe sopprimere o accantonare, si cominciò a capire che la salute non è soltanto assenza di malattia, ma uno stato completo di benessere fisico, psichico e sociale. Successivamente, si comprese che non si tratta tanto di uno stato, ma di una tendenza, di un movimento. Ecco, la pace è questo movimento che, muovendo dal cuore di ciascuno di noi, preserva dalla barbarie delle guerre».

Il presidente Mattarella ha ricordato più volte in questo periodo il legame tra pace e verità…

«Gliene dobbiamo essere tutti grati e gliene dovrebbero essere grati un po’ dovunque nel mondo. Insieme a papa Francesco, è uno dei testimoni di pace più credibili sulla scena della vita pubblica. E bene ha fatto a ricordare quanto sia paradossale che proprio la Russia, che ha patito più di altri Paesi l’orrore del Terzo Reich, abbia potuto e possa fare patire sofferenze inaudite alla martoriata Ucraina. Questo è una considerazione che dobbiamo in tutti i modi prospettare al popolo russo, certamente non ai suoi dirigenti, avvitati nella tracotanza del potere, ma alla opinione pubblica della Russia, ai suoi tanti uomini e donne di cultura, ai giovani russi. La pace nasce dalla verità; la guerra, che prospera sulla menzogna, uccide la verità e, come disse Emmanuel Lévinas, distrugge anche la morale, la rende derisoria».

Un invito a partecipare all’incontro di sabato?

«Penso che ciascuno dei lettori possa trarre utilità dall’incontro con testimoni veri, anche per chiedersi se sia necessario mettere la pace nel nostro cuore, e come farlo. Ernesto e Rosanna hanno scelto una strada precisa, radicale. E noi?».

Andrea Antonuccio

Check Also

Al via il nuovo centro di ascolto di Caritas Alessandria

Nei locali del Cnos-Fap  Da Caritas e unità pastorale Cristo un supporto ai più deboli …

Sahifa Theme License is not validated, Go to the theme options page to validate the license, You need a single license for each domain name.