«Devi dirmelo» e quel prete che non lo sapeva – L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici,

cari lettori,

apriamo questo numero di Voce con l’omelia di papa Leone XIV in occasione della Celebrazione eucaristica per l’inizio del suo ministero petrino.

Dopo i saluti e i ringraziamenti, il Santo Padre ha detto qualcosa che mi ha colpito: «Sono stato scelto senza alcun merito». Non credo sia una frase di circostanza, e neppure una di quelle manifestazioni di falsa modestia che nella vita sociale e politica incontriamo spesso e (mal)volentieri. «Scelto senza alcun merito»: chi di noi pensa così di sé stesso, di ciò che fa o crede di saper fare? Ci vuole del coraggio per affermare davanti al mondo una cosa del genere… sembra l’ammissione di una debolezza insanabile, e invece è, e sarà, la forza di quest’uomo che mai si sarebbe aspettato di diventare il 267° successore di Pietro. Leone XIV è stato chiamato e voluto da Qualcuno che non ragiona come noi. E dunque, non sceglie il migliore, il perfetto o l’efficacissimo, ma il più umile: il povero di Spirito, colui che mendica un aiuto e sa che da solo, senza il Signore, non può fare niente.

Dice ancora il Papa, nell’omelia: «Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno». È l’alternativa della fede: guardare a Cristo o guardare a sé stessi, pensando di risolvere la vita in autonomia (cioè, in solitudine).

Ma che cosa significa, nell’esperienza quotidiana, avvicinarsi e accogliere Cristo? Se mai avrò l’opportunità di incontrare il Pontefice, sarà questa la prima domanda che gli farò. È la stessa domanda che qualche giorno fa una persona di 54 anni, tra l’altro appena conosciuta, mi ha posto in maniera drammatica e sincera: «Devi dirmelo! Dov’è Cristo? E dove lo posso incontrare?». Aggiungendo, quasi con le lacrime agli occhi: «Se non trovo una risposta, la mia vita non ha alcun senso». E poi, con una punta di amarezza: «L’ho chiesto anche a don X [noto sacerdote alessandrino]… mi ha detto che non lo sa». Per tentare di rispondergli, in quell’istante mi sono dovuto porre (sinceramente) la stessa, identica domanda: dov’è Cristo? Non vi svelo la mia risposta, che in parte lo ha sorpreso. Mi piacerebbe però sapere che cosa gli avreste detto voi. Sinceramente.

Andrea Antonucciodirettore@lavocealessandrina.it

 

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