Al seminarista è stato conferito il ministero del Lettorato
«Vorrei trasmettere l’amore di Cristo affinché il Suo popolo si senta amato»
In occasione della celebrazione del Corpus Domini, giovedì 19 giugno, nella chiesa di Santa Maria di Castello, al seminarista Alejandro Suarez Correa è stato conferito il ministero del Lettorato. La funzione si è svolta alla presenza del Vescovo monsignor Guido Gallese e dei sacerdoti, con la partecipazione di tanti fedeli che, dopo la celebrazione, si sono recati in processione sino alla Cattedrale di Alessandria. Abbiamo chiesto ad Alejandro, 29enne originario di Medellín (Colombia), di raccontarci questo nuovo traguardo all’interno del percorso di formazione verso il sacerdozio.
Alejandro, che cosa significa prendere il Lettorato?
«Diventare Lettore significa continuare l’impegno, assunto già con il Battesimo, a essere annunciatore della Parola di Dio. La Chiesa, ufficialmente, ti chiede di collaborare a questo impegno, che non si riduce solo all’aspetto liturgico, cioè a leggere durante la Messa. Ma significa continuare l’annuncio del Regno attraverso la catechesi e la lettura del Vangelo a tutte le persone. Come recita la preghiera di istituzione: ricevere la Sacra Scrittura per continuare a trasmetterla fedelmente, affinché porti frutti abbondanti nelle persone».
C’è qualcuno che vuoi ringraziare per questo traguardo?
«Vorrei ringraziare innanzitutto Dio, perché tutto è iniziativa di Dio e tutto parte da Lui, che si serve di noi per portare avanti la Sua opera. Poi ringrazio tanto il nostro Vescovo Guido, che mi ha accolto in Diocesi, mi ha ammesso come candidato ai Sacri Ordini l’anno scorso, e adesso mi ha conferito il Ministero del Lettorato. Ringrazio don Santiago che è il mio amico dall’infanzia: ci conosciamo da una vita, mi ha portato qua e mi ha aiutato anche a maturare nel discernimento. Ringrazio anche il seminario di Alessandria e don Domenico per l’accompagnamento; il seminario di Genova, in particolare don Francesco Fully e don Tommaso Danovaro, e i padri spirituali. Poi ringrazio il clero della Diocesi di Alessandria, i sacerdoti, i giovani e le famiglie. È un’occasione per ringraziare ciascuno di loro, perché tutti stanno facendo parte del mio percorso. Ed è molto bello sentirmi accompagnato anche lontano da casa».
Un santo a cui fai riferimento?
«Sicuramente il nostro caro Don Bosco, molto amato dal popolo italiano e dalla nostra regione. Lui è un esempio di amore per Dio e per la Chiesa».
Come sta andando la tua formazione in Seminario?
«La formazione in seminario sta andando molto bene. Sono ormai verso la fine: Dio volendo, a novembre prendo il Baccalaureato. Quindi la formazione del seminario sta per terminare. E sono molto contento, perché, soprattutto quest’anno, ci siamo arricchiti con la presenza di altri seminaristi di altre diocesi, impegnandoci in diverse opere pastorali. E l’accompagnamento del seminario di Genova è stato prezioso».
Cosa prevede l’estate di un seminarista?
«Questa settimana saremo a Roma al Giubileo dei seminaristi: sarà il primo momento di incontro con papa Leone, sarà molto bello e siamo davvero contenti. Poi rimarremo a Roma per qualche giorno, e rientreremo. Noi seminaristi di Alessandria andremo in pellegrinaggio con l’Oftal a Lourdes, e poi siamo impegnati con i vari campi estivi. Anche se io, quest’anno, sarò meno presente perché devo finire la mia tesi e preparare l’esame di Baccalaureato. E poi c’è il Giubileo dei giovani a fine luglio, sempre Dio volendo! (sorride)».
Alejandro, che sacerdote vuoi diventare?
«Vorrei essere un sacerdote testimone, che sappia trasmettere l’amore infinito che ha ricevuto da Dio. Questo credo sia il mio desiderio. Trasmettere l’amore di Cristo affinché il Suo popolo si senta amato e voluto bene, da parte della Chiesa e dei suoi ministri».
Sei ancora convinto di questa tua scelta?
«Sono molto contento di questo percorso, che ho iniziato già dal 2014 in Colombia. Continuo a sentire la presenza di Dio: nonostante la mie difficoltà e i mie peccati, Lui continua a scegliermi ancora una volta. Questo è davvero bello, perché Dio ti sceglie, nonostante le fragilità, i tuoi errori. E proprio in queste fragilità si compiace e regna. È poco il merito nostro, quasi nullo, è tutto merito Suo».
Cosa ti fa continuare in questo cammino?
«Mi fa continuare l’amore che ho per Dio e per la santa madre Chiesa. Questo l’ho imparato soprattutto da Don Bosco. Per cui, continuare questo percorso è un invito personale ad avere un rapporto più stretto con Dio e con la Chiesa. È un cammino che si rinnova e arricchisce ogni giorno».