Bambini e schermi digitali: quali contenuti proporre?

I consigli della dottoressa Sabrina Camilli: «Interagiamo di più con i nostri figli»

Gli schermi vanno introdotti molto gradualmente, sempre intervallati da attività motorie, fondamentali per i bambini dai 3 ai 6 anni per sviluppare tutte quelle competenze che saranno propedeutiche alla scrittura e alla lettura; chi non ha un tablet non deve acquistarlo per forza e soprattutto chi permette ai propri bambini di giocare ai videogiochi deve sempre controllare lo standard Pegi, che ci dice per che età è adatto il gioco. 

Tutto questo lo abbiamo imparato nella precedente puntata dedicata ai bambini e al loro rapporto con gli schermi digitali, un tema delicato su cui purtroppo si sentono dire tante inesattezze: noi abbiamo chiesto alla nostra pediatra di fiducia, la dottoressa Sabrina Camilli, di aiutarci a fare chiarezza. In questa seconda puntata cerchiamo di capire che tipo di contenuti sono adatti per bambini di questa età.

Dottoressa, quale tipo di video e programmi dobbiamo preferire?

«La scelta preventiva dei programmi come cartoni animati e film di animazione è fondamentale: l’ideale sarebbe vedere noi adulti un cartone o almeno parte di esso prima di proporlo ai bambini. I primi tempi consiglio anche di guardare i cartoni insieme al piccolo, per poter osservare da vicino se la visione lo turba in qualche modo. Per tutti i genitori e nonni interessati, c’è moltissimo materiale utile nel sito www.custodidigitali.it. 

Un altro consiglio fondamentale è quello di non lasciare mai la tivù accesa come sottofondo in casa: alcuni programmi non sono adatti ad un pubblico infantile, come per esempio il telegiornale, che spesso contiene immagini cruente. A questo proposito sarà importante anche modificare alcune abitudini di noi genitori e nonni».

Ci sono altri accorgimenti da tenere presenti?

«È fondamentale chiedere sempre al bambino di raccontare cosa ha visto sullo schermo: in questo modo capiremo cosa realmente il bambino interiorizza delle immagini che scorrono sullo schermo, che non è lo stesso che vediamo e capiamo noi adulti. Le domande che gli faremo gli permetteranno di comprendere meglio cosa ha visto e di trovare risposte adeguate ai quesiti che la visione dei video può suscitare in lui o lei. Come adulti, è fondamentale rendersi conto che i bambini vengono attirati dagli schermi perché per loro sono una sorta di “oggetti magici” che permettono un accesso a nuovi mondi, molto diversi dalle mura di casa loro: raccontano storie, fanno conoscere personaggi insoliti e fantastici, animali parlanti…raccontare quello che ha visto per il bambino è fondamentale per permettere al genitore di aiutarlo meglio a “codificare” questo nuovo mondo, per capire cosa è successo (secondo loro) nel cartone che hanno appena visto e come mai è successo. Ribadisco ancora una volta che i tempi di esposizione devono essere ridotti per favorire l’attività fisica e l’esperienza diretta».

Prima di andare a dormire, perché non dovremmo far loro vedere un cartone?

«Prima della nanna, meglio una storia o un racconto letti dalla voce di una persona cara piuttosto di qualsiasi video: è una buona abitudine da mantenere in questa fascia d’età e che può essere introdotta in qualsiasi momento, attraverso la selezione di un buon libro. Può essere bello e utile non solo leggere, ma anche inventarsi una storia o raccontare cos’è accaduto durante il giorno e farselo raccontare dal piccolo, qualora non l’avesse già fatto o non l’avessimo visto durante la giornata: finire la giornata ritagliandosi del tempo per guardarsi e ascoltarsi è molto diverso rispetto a chiuderla davanti ad un cartone animato mentre la mamma lava i piatti o il papà traffica col telefono. Provate ad incominciare con questa nuova abitudine anche una o due volte alla settimana: se vedete che questa è una modalità di stare insieme che piace al bambino, si può fare in modo che diventi una routine».

Zelia Pastore

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