Domenica 19 ottobre sarà la Giornata missionaria mondiale.
Nella nostra Diocesi sono previste due iniziative: la Veglia di preghiera di sabato 18 ottobre, alle 21, nella parrocchia del Carmine; e la raccolta nelle parrocchie di domenica 19 ottobre. A raccontarci tutto c’è don Valerio Bersano, segretario nazionale delle Pontificie opere missionarie e direttore del Centro missionario diocesano.
Don Valerio, come si svolgerà la Veglia missionaria diocesana?
«La Veglia missionaria prenderà spunto, come sempre, dal messaggio del Papa sulla Giornata missionaria mondiale. Quest’anno abbiamo un’abbondanza di messaggi, perché c’è quello di papa Francesco, firmato a fine gennaio 2025, e poi quest’ultimo di papa Leone sull’importanza della celebrazione della giornata missionaria mondiale. A proposito di questo, direi che è opportuno focalizzare la raccolta delle offerte secondo le cose che papa Leone dice: “Io ho ricevuto, sono testimone di quanto sia importante questo aspetto anche della solidarietà”. La veglia missionaria avrà alcuni momenti: una prima parte sulle orme di Cristo, nostra speranza, e poi i cristiani portatori e costruttori di speranza tra le genti; infine, rinnovare la missione della speranza. Normalmente c’è una testimonianza: quest’anno ascolteremo una breve sintesi della biografia del primo indigeno santo della Papua Nuova Guinea, Peter, che verrà canonizzato il 19 di ottobre. Ovviamente ci sarà l’ascolto e, in modo particolare, il brano di Vangelo di Marco al capitolo quarto, sul seme gettato nel terreno che porta frutto: chi lo getta non sa cosa accadrà, non deve fare nulla, ci possono anche essere dei contesti critici che rubano il seme. La nostra riflessione ovviamente è: “Siamo capaci di essere un buon seme e di portare buon frutto?”. Questo mi pare sia già interessante per una provocazione ai partecipanti alla veglia missionaria di quest’anno».
Come ci si scopre missionari?
«Ci si scopre missionari se ci si scopre discepoli di Gesù. Non è una vocazione differente da tutte le altre. Ognuno nel Battesimo ha ricevuto anche il compito di diffondere il Vangelo, cioè di testimoniare o con la vita. La Chiesa è per sua natura missionaria e ognuno si deve sentire chiamato a condividere la fede e la conoscenza di Gesù. Non è un libro il Vangelo, è una persona, è Gesù. Questo compito riguarda tutti».
Domenica 19 nelle parrocchie ci sarà la colletta per sostenere i missionari: a chi andranno questi fondi?
«La colletta sostiene tutti i missionari, si trasmette integralmente alla direzione diocesana, quindi all’ufficio missionario della nostra diocesi. A sua volta, i fondi raccolti verranno inviati alla direzione nazionale a sostegno dei progetti che le Pontificie opere missionarie internazionali indicheranno per il 2025-2026. Il coordinamento di tutte le attività di cooperazione missionaria e anche delle offerte giungeranno al Fondo universale di solidarietà, al Fus. E sosterremo i progetti che verranno indicati a nome del Papa dalle Pontificie opere missionarie. Io lavoro all’interno di questo organismo, nella direzione per tutte le diocesi italiane. Le nostre parrocchie non rispondono con generosità: alcuni purtroppo continuano a sostenere dei missionari amici, senza rendersi conto che ottobre è il mese missionario mondiale, nel quale dobbiamo pensare ai missionari di tutto il mondo, non solo a quelli che conosciamo noi. Il compito delle Opere missionarie internazionali è quello di sostenere la missione universale della Chiesa e di aiutare quelli che nessuno aiuta, che non hanno amici in Europa, in Italia e ad Alessandria. Quindi è importante che venga fatta in modo onesto, giusto e corretto».