Guerra in Ucraina
Sono strazianti e riempiono il cuore di rabbia e pietà le immagini dei bambini uccisi sotto le bombe, o feriti e ricoverati in ospedale, oppure costretti a scappare in braccio alle loro madri dalla propria casa e dai propri giochi. La guerra è cinica, fredda, non guarda in faccia a nessuno.
Kirill aveva solo 18 mesi. È morto nei bombardamenti russi su Mariupol, la città in trappola nel sud-est dell’Ucraina. Un reporter dell’Associated press ha ripreso la scena: un uomo, il padre, corre dentro un ospedale con un piccolo fagotto insanguinato tra le braccia, è Kirill. Dietro di lui una donna, la madre, con la maglietta grigia macchiata di sangue. Quando il piccolo finisce nel letto dell’ospedale i medici cercano di visitarlo, con la luce dei telefonini, perché nel nosocomio non c’è più elettricità. Dopo pochi minuti si arrendono, Kirill non ce l’ha fatta.
Poi c’è un’altra storia che ha toccato il cuore di tutti, quella di Polina (nella foto qui accanto) e della sua famiglia. La bambina di 10 anni frequentava l’ultimo anno della scuola primaria a Kiev. Secondo alcune indiscrezioni, è stata uccisa in uno scontro a fuoco, insieme alla sua famiglia, in un attacco russo. Sono stati colpiti mentre fuggivano in strada. I genitori sono morti subito, i bambini sono stati ricoverati: Polina è stata la prima ad andarsene, qualche giorno più tardi anche Semyon non ce l’ha fatta, mentre rimane in gravi condizioni l’altra sorella più grande, Sofia, 13 anni. Queste sono solo alcune delle tantissime piccole vittime. Di tante altre non conosceremo storie e nomi, perché la guerra quando passa cancella tutto.
Poi c’è un altro dramma, per quelli che sono costretti a fuggire. Secondo i dati dell’Unicef, sono un milione i bambini in fuga dall’Ucraina in meno di due settimane. Dati, agghiaccianti, che continueranno ad aumentare di giorno in giorno. In mezzo alla crudeltà del conflitto, ci sono due dati che colpiscono. Il primo riguarda il numero di matrimoni in Ucraina, dal giorno dell’invasione russa a oggi: sono quasi 4 mila le coppie che si sono sposate. Mentre, sono più di 4.311 i neonati hanno visto la luce nelle città assediate. Segno che la vita prosegue, anche in mezzo a questa assurda guerra.
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