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Giovanni e Daniele: Sacerdoti per la Comunità

Sabato 2 giugno nella Cattedrale di Alessandria il Vescovo Guido ha ordinato don Giovanni Bagnus e padre Daniele Noè davanti a tutta la comunità diocesana. Vi proponiamo le loro storie e una galleria di immagini della celebrazione e dei festeggiamenti.

Padre Daniele Noè nasce il 26 ottobre 1973 ad Arona, in provincia di Novara. Frequenta la parrocchia fino all’età di 17 anni, poi a 19 parte per il servizio militare. Fino a 23 anni lavora con il padre nella sua impresa edile, dopo aver frequentato per poco tempo l’istituto agrario. E infine, nel 1996, decide di entrare in una comunità francescana, sempre ad Arona. Nel 2015, con padre Giorgio e padre Lorenzo, incontra monsignor Gallese, che li accoglie in diocesi. Nel 2016 riprende l’ultimo anno di pastorale, il 6° teologico, nel seminario a Valmadonna. Per arrivare all’Ordinazione di sabato 2 giugno.

Com’è nata la tua vocazione?
«Frequentando il centro di spiritualità di Arona, dove si faceva una forte esperienza di Dio. Lì ho percepito la chiamata a una scelta più radicale nella mia vita».

La tua famiglia come l’ha presa?
«Bene, direi. Sono contenti, anche se mia mamma diceva: “Signore, un figlio te l’ho già dato (Giorgio, ndr)… ma due sono un po’ troppi!”». Giorgio, ndr)… ma due sono un po’ troppi!”».

Non hai mai avuto dubbi o ripensamenti?
«Negli ultimi anni parecchi. Ma è sempre stata fissa in me la volontà di Dio, che mi ha fatto superare le varie prove della vita».

C’è una figura che adesso guardi con attenzione?
«Sicuramente i miei due confratelli, Giorgio e Lorenzo. E il vescovo Guido, che ci ha accolti e ci segue in un modo incredibile».

A chi ti affidi?
«Alla Madonna, a San Giuseppe e a San Francesco».

Che sacerdote sarai?
«Spero di essere a servizio delle persone, per donarmi nelle varie realtà in cui andrò».

Com’è andata la tua prima Messa?
«Bene, direi! A parte la forte emozione iniziale, è stata ricca di Grazie da parte di Dio».

Come ti hanno festeggiato le tue tre comunità parrocchiali, Castelceriolo, Spinetta e Litta Parodi?
«Sono stati splendidi! Hanno organizzato la festa, prima con gli addobbi e la preparazione della liturgia; e anche dopo, in un clima di condivisione che non mi aspettavo. Ringrazio tutti di questo».

Cosa diresti a un giovane che ha qualche domanda sulla propria vocazione?
«Di lasciarsi stupire dalle meraviglie di Dio che chiama. E poi di non avere timore nel seguire quello che il Signore mette nel cuore, malgrado le prove e le difficoltà».

Come ti senti adesso?
«Mi sento addosso una grossa responsabilità, ma soprattutto un dono di Grazia che mi sostiene e mi accompagna. Rifarei tutto, anche se è stato un percorso travagliato e lungo. Ma ne valeva la pena! Abramo ha camminato 25 anni per vedere la terra promessa. A me ne sono bastati “solo” 22…».

A.A.

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