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La Testa e la Pancia… in Russia – Cara, vecchia Europa

Va bene l’Africa, con i suoi talenti emergenti e con la sorpresa di nuove realtà come il Marocco e l’Egitto a fianco di altre – come la Nigeria – già da decenni fucine di campioni indiscussi. Va bene l’Asia, con l’onda verde iraniana affiancata da un Giappone sempre più tecnico e raffi nato (nell’attesa di vedere la Cina, buen retiro di celebrati campioni). Va bene il Nord-America (anche se gli Stati Uniti, dopo aver stupito nei decenni passati, sembrano andati incontro ad un periodo di appannamento). Va bene anche il Sud-America, con l’eterno Brasile accanto all’Uruguay che gioca a staffetta con l’Argentina, quest’anno particolarmente deludente. Ma, poche storie, bene o male che vada è sempre il Vecchio Continente che insegna come si gioca al pallone. E quando si parla di Vecchio Continente, occorre fare attenzione perché quest’anno – proprio nella cara, antica, Europa – ci sono state delusioni cocenti: la prima è stata proprio quella dell’Italia, neppure approdata alla fase finale dei Mondiali, ma che dire della Germania, della Spagna campione del Mondo e d’Europa e del Portogallo di CR7? Quindi, anche a parlare del Vecchio Continente, non si deve pensare che le Nazionali che dettano legge siano sempre le stesse: è vero, ci sono Francia, Inghilterra e Belgio che non sono propriamente una novità ma ci sono anche alcune piacevolissime sorprese. La prima è senza dubbio quella della Russia (anche se i padroni di casa, in questo genere di competizioni, in genere fanno sempre molto bene) ma non scordiamoci la Croazia – terra di grandi campioni – e la Svezia che ha dimostrato di poter vivere e, se possibile fare ancor meglio, anche senza il presuntuoso Ibrahimovic. Quindi, è inutile andarla a raccontare, magari la Coppa sarà pure alzata dal Brasile o dall’Uruguay (per il quale confesso sommessamente di fare un po’ di tifo) ma resta comunque sempre il Vecchio Continente la terra che insegna a giocare al calcio al resto del Mondo.

Silvio Bolloli

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