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Un carteggio di “Santità e amicizia”

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Le lettere tra i due beati Giordano di Sassonia e Diana degli Andalò

Il carteggio fra due Beati. Così potremmo definire il volume “Santità e amicizia”, pubblicato dalle Edizioni Studio Domenicano (pp 163, euro 13). In effetti sono riportate le lettere che Giordano di Sassonia inviò a Diana degli Andalò. Scopriamo chi sono questi due personaggi. Giordano nacque tra il 1175 e il 1185 nell’attuale Germania. A Parigi studiò e conseguì la qualifica di “Maestro d’arti”, cioè esperto in filosofia. Dopo aver incontrato san Domenico, ne divenne successore nel 1221 quale provinciale di Lombardia, prima, e l’anno dopo come Maestro dell’Ordine, ossia superiore generale dei Frati Predicatori.

Le cronache sostengono che egli indusse oltre mille giovani a diventare religiosi nel suo istituto. Morì per un naufragio nel 1237 sulle coste dell’attuale Turchia. Papa Leone XII ne confermò il culto nel 1826. Diana nacque da nobile famiglia a Bologna attorno al 1200. Emise i voti al cospetto dello stesso san Domenico e morì nel 1236 dopo essere stata anche superiora del suo convento. Il Santo Padre Leone XIII ne confermò il culto nel 1891.

Il testo fa conoscere sia il mondo interiore dei protagonisti sia il contesto storico del XIII secolo, con l’avvertenza che il «senso delle cose spirituali non può essere compreso da chi non ha mai abitato le regioni dello spirito» (anno 1222, p. 56). Si tratta peraltro di un cammino graduale: «bisogna procedere sulla strada delle virtù attraverso ogni singola prova spirituale, non volando, ma salendo la scala della perfezione a poco a poco, fino a giungere al suo culmine» (anno 1224, p. 67). L’itinerario si dipana in base all’apertura alla grazia divina: «Dio tanto più si dona a noi, quanto più generosi siamo noi nel donarci a lui» (anno 1234, p. 150).
L’obiettivo finale è la gloria del paradiso. Scrivendo di un confratello appena morto si esprime così: «Noi non l’abbiamo perduto, ma l’abbiamo mandato avanti» (anno 1229, p. 120). Leggere e meditare queste lettere indirizzate da un Beato a una Beata è sicuramente un ottimo nutrimento per la Quaresima.

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