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C’è bisogno del nostro aiuto

In due settimane le richieste alla Caritas sono aumentate del 30%.

Sono molte le donazioni economiche e di cibo, ma non bastano

Tutte le Caritas d’Italia, segnalano un aumento significativo delle richieste di aiuti alimentari dal 20 al 50%, nelle varie forme in cui sono stati rimodulati i servizi: pasti da asporto, pacchi a domicilio, empori, buoni spesa. Anche i servizi per senza dimora sono stati adattati all’emergenza, in parte trasformati in comunità protette, oppure ridistribuiti su più strutture.

Un altro intervento che accomuna tutte le diocesi è quello dell’ascolto, per via telematica o telefonica, con un’attenzione in particolare ad anziani e malati, ma anche pensato come sostegno psicologico per quanti sono provati e disorientati da questa pandemia. Altro fronte di impegno comune è stato quello della fornitura di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, igienizzanti) per operatori, o anche per strutture che ospitano le persone più fragili. Là dove erano più carenti alcune Caritas hanno anche iniziato a produrle.

La Caritas della Diocesi di Alessandria è chiamata in questi giorni di emergenza sanitaria a un impegno straordinario per limitare l’impatto sulle fasce più deboli della nostra città, potenziando i servizi essenziali come le mense, gli ostelli, la distribuzione di alimenti e il servizio docce. Ma non solo.

Anche le modalità di erogazione dei servizi stanno richiedendo un grande sforzo da parte dei volontari, per poter adattare le modalità di erogazione alle disposizioni sanitarie per il contenimento del contagio.
Questo ha comportato un importante onere aggiuntivo e gli operatori stimano un incremento del 30%.

Questo significa che per ogni 100 euro spesi su questi servizi, ne servono altri 30, vuol dire che se prima occorrevano 10 volontari, ora ne servono 13 e che se prima bastavano 10 letti o 10 pasti, ora ne servono 13.
Se permettete il paragone, è un po’ come aggiungere un secondo figlio a una famiglia. Chi è genitore sa benissimo quale può essere l’impatto sulla gestione delle relazioni e sull’economia della famiglia.

L’aumento del numero delle persone in difficoltà che si sono rivolte alla Caritas per un aiuto, l’ampliamento dei servizi, in particolare l’estensione a 24 h dell’orario di apertura degli ostelli, e i maggiori costi per derrate alimentari e materiale per la distribuzione dei pasti, sono tra le principali cause dell’aumento dei costi che la Caritas diocesana non riesce ancora a coprire con le proprie risorse. Per questo motivo, da più parti sono partite iniziative di sostegno ai più poveri, sia dal punto di vista economico che raccolta cibo.

Caro lettore, oggi tocca noi.

Abbiamo bisogno del tuo aiuto, tu che stai leggendo questo giornale, puoi distribuire uno di quei tre pasti che si sono aggiunti in queste settimane, puoi tenere aperto l’ostello per tutto il giorno, puoi chiacchierare con una delle persone che oggi, non riescono a sostenersi autonomamente e hanno bisogno di un sostegno.
Puoi farlo subito, attraverso il conto della Caritas diocesana effettuando un bonifico al codice iban:

IT 47 R 02008 10400 000103784649

La Quaresima è un tempo nel quale poterci concentrare sull’essenziale attraverso il digiuno, la preghiera e la carità. Quella che ci viene chiesta è una carità discreta, umile, che non fa chiasso per attirare l’attenzione, ma che opera nel segreto per non inquinare la gratuità del gesto e in questa Quaresima così difficile e particolarmente sofferta possiamo essere strumento di rinascita anche attraverso un piccola donazione.

Che siano 10, 100 o 1000 euro, sappiamo di mettere il nostro contributo in mani sicure, quelle stesse mani che da anni, quotidianamente, si prendono cura dei nostri poveri.

Enzo Governale

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