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Il Vaticano nella tormenta

“La recensione” di Fabrizio Casazza

“Il Vaticano nella tormenta” (San Paolo, pp 367, euro 25) è l’ultimo lavoro del medico Cesare Catananti, che prende le mosse dall’analisi degli archivi della gendarmeria pontificia relativi agli anni 1940-1944. Come rileva nella prefazione lo storico Andrea Riccardi, «il Vaticano è ostaggio dei regimi fascista e nazista, ma è allo stesso tempo libero».

Due figure emergono su tutte in quel periodo: il cardinale Nicola Canali, potente presidente del governatorato, simpatizzante per il regime, da una parte, e monsignor Giovanni Battista Montini (futuro san Paolo VI), promotore di un’attiva politica di riparo per ebrei e ricercati, dall’altra.

Il venerabile Pio XII si muove con prudenza ma rende la Chiesa uno spazio di asilo. Pur infiltrati da numerose spie, gli apparati della Santa Sede, con il consenso prudente del Papa, fornirono protezione ai bisognosi, consapevoli che ciò avrebbe potuto portare addirittura all’invasione dello Stato.

In effetti il libro parla di piani di resistenza nel palazzo Apostolico, con la priorità assoluta di difendere fino alla morte l’appartamento pontificio, affinché non venisse ripetuta la triste esperienza di deportazione del Santo Padre come ai tempi dell’imperatore Napoleone Bonaparte.

Insomma, nella tempesta della Seconda guerra mondiale la Sede Apostolica rappresentò un punto fermo, pur dovendo anch’essa fare i conti con le difficoltà, le incertezze e le fatiche decisionali che comportano tempi difficili.

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