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Il mito di Desaix nasce a Marengo

“Alessandria racconta” di Mauro Remotti

Nel primo pomeriggio di duecentoventi anni fa – proprio nel momento in cui il comandante dell’esercito austriaco sta inviando un messaggero a Vienna per annunciare la vittoria a Marengo contro le truppe napoleoniche – il generale Louis Charles Antoine Desaix piomba improvvisamente sulla scena e cambia le sorti della battaglia e della storia. Appena giunto al cospetto del “primo console” pronuncia, forse, la celebre frase: «Questa battaglia è completamente perduta, ma sono le due e vi è il tempo per vincerne un’altra».

Alla testa dei soldati della 9ª brigata di fanteria leggera, Desaix si lancia dunque contro il nemico rovesciando lo sbarramento dei reggimenti imperiali di Wallis e Kinsky. Purtroppo nel corso della carica viene colpito al cuore da una pallottola (nella foto l’opera di Jean Broc) in località Vigna Santa, nei dintorni San Giuliano Vecchio, dove ora è collocata una lapide commemorativa; un busto marmoreo si trova invece a villa Delavo a Spinetta Marengo. Il giorno seguente, in una lettera inviata ai consoli Cambacérès e Lebrun, Napoleone lo ricorda con queste parole: «Le notizie dell’armata sono molto buone. Non posso dirvi altro, sono afflitto da più profondo dolore per la morte dell’uomo che stimavo e amavo di più».

Per volere dello stesso Bonaparte, le sue spoglie vengono tumulate in un luogo simbolico: l’ospizio del San Bernardo dove erano transitati i soldati francesi impegnati nella fortunata seconda campagna d’Italia. Nel suo memoriale, scritto durante l’esilio a Sant’Elena, l’imperatore ne evidenzia ancora una volta il valore umano e militare: «Il talento di Desaix era continuo: non viveva, non respirava che per la nobile ambizione e la vera gloria. Era un carattere antico. Amava la gloria fine a se stessa e la Francia sopra tutto. (…) Lo spirito ed il talento furono in equilibrio con il carattere ed il coraggio, equilibrio prezioso che possedeva in un grado superiore».

Pare che “piccolo corso” lo abbia invocato anche qualche istante prima di morire: «Desaix, Desaix, ah la vittoria è nostra! Cos’è Marengo? Una Waterloo finita bene, come Desaix è un Grouchy arrivato al momento giusto». A proposito del decisivo e cruciale arrivo di Desaix a Marengo, gli storici hanno formulato diverse ipotesi che si sono via via mescolate con i racconti popolari. In particolare, si sono posti due interrogativi: dove si trovava esattamente Desaix la mattina di sabato 14 giugno 1800? Si diresse verso Marengo di sua iniziativa oppure su preciso ordine di Bonaparte?

La più affascinante risposta è indubbiamente quella romanzata dai fratelli Pierluigi ed Ettore Erizzo, che ne “Il Regalo del Mandrogno” assegnano gran parte del merito all’oscuro ufficiale dell’armata di riserva Isidoro Chènousset, il quale, inviato a cavallo a cercare l’aiuto del generale Lapoype, sbaglia strada, incontrando casualmente Desaix che ha così modo di giungere in tempo per consegnare a Napoleone la vittoria e se stesso al mito.

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