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«Vivo questi mesi di emergenza con senso di servizio»

Intervista a monsignor Gianni Toriggia

In questo anno particolare la Diocesi di Alessandria ha festeggiato il 50° anniversario di ordinazione presbiterale di tre nostri sacerdoti: don Gianni Toriggia, don Claudio Moschini e don Rino Bianchi. Era il 17 maggio del 1970 quando monsignor Gianni Toriggia, parroco della Cattedrale dal 2000 e attuale Vicario generale, diventava sacerdote. Che cosa si prova a tagliare un traguardo così importante? Ce lo racconta don Gianni, che ha accettato con grande cordialità di rilasciarci questa intervista.

Don Gianni, quali sensazioni prova per questo speciale anniversario?
«A distanza di anni nutro un profondo senso di ringraziamento nei confronti del Signore. Lui mi ha chiamato e aiutato lungo il cammino, e mi ha anche mantenuto saldo in questo santo servizio. È stata una crescita continua, anche grazie all’aiuto di tante persone: dai vescovi ai confratelli, passando per tutti i fedeli che ho incontrato. Dopo 50 anni sono ancora meravigliato, stupito, ma incoraggiato ad andare sempre più avanti».

C’è un Santo a cui ha fatto riferimento?
«Parecchi Santi mi hanno aiutato. Posso citare San Giovanni della Croce che abbiamo venerato lunedì 14 dicembre. Ma sicuramente un’altra figura di rilievo è stata Santa Teresa d’Avila».

Chi, invece, l’ha accompagnata nella formazione?
«Posso dire di aver avuto degli ottimi padri spirituali. Ma ricordo con piacere anche alcuni sacerdoti della nostra Diocesi, che ormai sono presso il Signore e che mi hanno accompagnato in quegli anni di formazione».

Don Gianni, ma preti si nasce o si diventa?
«Questo non lo so (sorride). Posso solo parlare della mia vocazione: all’età di 10 anni ho iniziato a coltivare dentro me il desiderio di diventare sacerdote. Facevo il chierichetto, mi piaceva servire all’altare. Poi sono entrato in Seminario molto giovane, e pian piano questo desiderio si è fatto sempre più chiaro e nitido».

Come ha festeggiato questo anniversario?
«Chi mi conosce sa che sono un tipo molto riservato. Non ho voluto, e non voglio, fare grandi festeggiamenti. A me è bastato ringraziare il Signore nel mio cuore… fa parte del mio carattere».

Il 50° è capitato in un anno non facile…
«Vivo questi mesi d’emergenza sanitaria con un senso di servizio alla nostra comunità diocesana e alla mia parrocchia. Provo un profondo senso di donazione».

La Chiesa uscirà cambiata da questa pandemia?
«Oggi è davvero difficile fare previsioni. Cerchiamo di guardare gli eventi rimanendo aperti all’inedito. Pian piano, giorno per giorno, vivendo con realismo nella fedeltà».

Alessandro Venticinque

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