Un aiuto per la mensa dei Frati cappuccini
L’«esperimento» è riuscito. Gelindo 96 in versione online ha conquistato le famiglie alessandrine e non solo. Dal 25 dicembre al 6 gennaio una serie di brevi video per temi (le “pillole”), online e in tv, ha sostituito lo spettacolo tradizionale. A un mese circa di distanza, è stato possibile trarre conclusioni davvero positive dall’iniziativa. Soprattutto per quanto riguarda le donazioni: come ci racconta in questa intervista Maria-Chiara Panizza dell’Associazione San Francesco, è stato possibile raccogliere una cifra molto importante in favore dei Frati cappuccini e della loro attività benefica verso i bisognosi.
Maria-Chiara, si può dire che Gelindo in questa nuova veste sia stato un vero successo?
«Assolutamente sì, è stato un successo più che mai inaspettato. Abbiamo avuto un buonissimo risultato dal punto di vista delle visualizzazioni. Inizialmente eravamo timorosi per i risultati delle donazioni: senza i biglietti per gli ingressi a teatro, credevamo di essere molto penalizzati. Essere arrivati, invece, a una cifra così importante è stato qualcosa di inaspettato…».
Di che cifra parliamo precisamente?
«12.035 euro esatti raccolti. Fino all’8 gennaio eravamo ancora molto sotto rispetto all’ammontare degli usuali ricavi della vendita dei biglietti a teatro degli scorsi anni. Tuttavia, con la replica del 10 gennaio su RadioGold Tv abbiamo avuto un buon picco di donazioni. Si va da pochi euro offerti fino a versamenti importanti di alcune migliaia di euro. È stato bello poter dare il nostro contributo ai Frati cappuccini. In particolare i soldi servono per la mensa organizzata dai frati in favore dei bisognosi; oltre 600 pasti a settimana vengono distribuiti ai poveri. Prima le persone andavano alla mensa a mangiare mentre ora, causa norme anti-Covid, vengono a richiedere il cibo che viene loro consegnato tramite sacchetti. Molte di queste persone hanno bisogno di altri tipi di supporto oltre al cibo e i frati non si tirano mai indietro».
Quali fattori hanno permesso di raccogliere una cifra del genere?
«Sicuramente in primis l’affetto a Gelindo. Le persone hanno apprezzato il fatto che non si sia voluta interrompere questa tradizione. Benché non si potesse trasmettere lo spettacolo per intero per vari motivi tra cui le esigenze televisive, abbiamo ideato una formula diversa e originale, facendo un vero e proprio esperimento. In alternativa avremmo dovuto riproporre qualcosa di già fatto. Credo che questo tentativo sia piaciuto a molti».
È ancora possibile visualizzare i contenuti online?
«Sì, per il momento ci sono ancora le cosiddette “pillole” su Facebook e YouTube».
C’è qualche aspetto per cui la versione in streaming ha una marcia in più rispetto allo spettacolo teatrale “in presenza”?
«Naturalmente il rapporto attore-pubblico è impossibile da sostituire e la diretta “in presenza” ha un fascino del tutto particolare, ma lo streaming potrebbe aprire a nuove possibilità. Tutto il materiale prodotto è sperimentale e ci ha dato modo di capire tante cose. I video hanno dato possibilità di far scoprire al pubblico il “dietro le quinte”, sconosciuto anche a chi veniva tutti gli anni a vedere lo spettacolo dal vivo. Ci sono tantissime figure e parti in Gelindo che sono emerse dalle “pillole” e che prima erano difficili anche da immaginare per uno spettatore. Abbiamo avuto un gruppo di giovani che ci ha aiutato e che ha prodotto molti contenuti con entusiasmo e dedizione. Inoltre, molte persone che ora non abitano più ad Alessandria hanno potuto seguire uno spettacolo che in tempi normali non avrebbero visto».
State preparando qualche nuova iniziativa con l’Associazione San Francesco?
«Al momento l’obiettivo a cui guardiamo è il centenario di Gelindo, tra quasi quattro anni. Sarà un anniversario davvero importante e vorremmo creare materiali ad hoc. Già in occasione di altri anniversari si erano organizzati eventi speciali: per esempio in occasione del 90° di Gelindo era stata allestita una mostra. Purtroppo non abbiamo festeggiato per pandemia il centenario dell’Associazione, ma ci teniamo a festeggiare al meglio questo centenario nel 2024. Grazie anche agli esperimenti fatti quest’anno con lo streaming, ci potrebbero essere proposte originali, come un documentario sulla storia di Gelindo: abbiamo materiali addirittura risalenti al 1924, anno della prima esibizione. Di sicuro, per prima cosa dovremo trovare i fondi per mettere insieme e digitalizzare tutto ciò che abbiamo raccolto in tanti anni. Sarà il primo passo in vista dell’obiettivo finale».
Marco Lovisolo