“Fede e medicina” di Franco Rotundi
Si sente dire da più parti, in maniera entusiastica, soprattutto sui media (tv, carta stampata, social) che la ormai avviata vaccinazione anti-Covid è una sorta di “miracolo” della scienza, per i tempi di realizzazione e per la dichiarata efficacia; l’unica in grado di farci uscire da questo terribile problema pandemico. Posto che i miracoli, per noi, sono soltanto del Signore, tuttavia è giusto essere contenti per un’ottima possibilità, un successo della ricerca scientifica; anch’essa, come crediamo, nelle mani del Signore.
Tuttavia, proprio in occasione della 43a Giornata per la Vita, è giusto soffermarsi su un problema più volte richiamato e ripreso domenica scorsa dal Santo Padre con parole provvidenziali. Si tratta della crisi demografica, del vertiginoso calo delle nascite, in parallelo al sempre enorme numero di aborti provocati, non diminuiti neanche in pandemia. Da anni, e ancor di più adesso, si alza un grido universale da parte di economisti, scienziati e sociologi laici che paventa “l’inverno demografico” come primo problema dell’Italia, tanto che, se non se ne esce presto, gli italiani, prima dell’Italia, saranno estinti.
L’espressione “inverno demografico”, introdotta da padre Michel Schooyans, professore emerito presso l’Università Cattolica di Lovanio (in Belgio), è stata proprio ripresa da papa Francesco nella domenica per la Vita. Già mesi fa il Santo Padre lo aveva affermato parlando del “sicario” medico che uccide «per risolvere un problema: non è giusto, questo è il problema dell’aborto, scientificamente e umanamente». Proprio così: anche scientificamente. C’è però un miracolo che la scienza medica non è mai riuscita a compiere: eliminare la morte, eliminare completamente la sofferenza.
Questo giusto entusiasmo e fiducia nella scienza non può mai prescindere dalla giusta consapevolezza e dimensione delle priorità. Il vaccino anti-Covid, su cui non entro nel merito in quanto a efficacia e sicurezza, tantomeno nel quadro della distribuzione (posta la perplessità della precedenza sulla somministrazione a categorie piuttosto che ad altre), non “merita” l’appellativo di miracolo: non certo per sminuirlo, quanto per non farci perdere di vista il vero obiettivo. Il vero miracolo di questa terapia sarebbe quello di permettere proprio una rinascita della Vita, grazie alla vera ripresa della relazione umana. Se nasceranno tanti bambini, allora, scientificamente avremmo compiuto il miracolo. Questa è la vera terapia, per il ritorno alla Vita.
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