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La Madonna della Salve è lì, sotto la Croce

Intervista al vescovo sulla Madonna della Salve 2021

Eccellenza, in un’intervista del 2020 su Voce lei ha detto che uno degli insegnamenti della vita spirituale di quel periodo drammatico «è il ritorno all’importanza del sacerdozio comune o dei fedeli, che troppe volte diamo per scontato, quasi delegandolo al ministro ordinato, attraverso la Celebrazione eucaristica». A un anno di distanza, possiamo tornare a stare un po’ più tranquilli?

«La Messa è l’antitesi della tranquillità (sorride). Ha il suo senso proprio di fronte al mistero della Croce, di fronte al tuo morire. Se tu non muori, la Celebrazione eucaristica diventa insipida, insignificante, inutile. Perché la Celebrazione eucaristica serve a trasformare in vita la morte: ma se tu non hai intenzione di affrontare la morte, è un esercizio lezioso. Il fedele si annoia durante la Messa perché non ha niente da fare, non ha da trasformare una morte in vita…».

Ma è solo colpa del fedele?

«E certo! Il fedele deve occuparsi di sé stesso, non risponde dell’altro ma di sé, e sostanzialmente a Messa decide lui di andarci. Potrà trovare anche un sacerdote che non è in grado di coinvolgerlo, ma la Messa è la Messa. Se tu hai da trasformare una morte in vita, è quello il luogo»

E quando ci vado annoiato, a Messa, cosa posso fare?

«Devi tornare mentalmente a casa! E chiederti: “Perché sono venuto qua?”. Perché è un precetto? Oppure perché Gesù Cristo vuole trasformare oggi la mia vita, vuole dare senso a tutte quelle cose che considero un fastidio e farle diventare gli elementi forti della mia esistenza?».

Per arrivare così, bisogna avere una domanda dentro…

«Sì, è vero. Ma bisogna chiedersi perché non si ha questa domanda. Allora vale l’Apocalisse, al capitolo 3, dal versetto 14: “Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: «Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla», ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo”. È questo il punto».

Siamo dei tiepidi miserabili, insomma…

«Viviamo in una società anestetizzante, specializzata nel farci addormentare. Il Covid un po’ di polvere l’ha tolta, sotto questo aspetto: chi ha visto la morte in faccia si è reso conto di questo inganno».

L’anno scorso lei ha chiesto alla Madonna della Salve la guarigione per i malati. Ora che cosa chiede?

«L’anno scorso ho pregato tanto per i malati, ma mentre pregavo per loro il mio sguardo continuava ad andare oltre, e mi dicevo: “C’è qualcosa oltre che dobbiamo capire”. Questo è l’ennesimo braccio di ferro che facciamo con Dio, per strappare i malati alla morte affinché vivano. Ma vivano per cosa? Cambia tutto, se ci chiediamo perché viviamo. E la Madonna della Salve è lì, sotto la Croce, è la Chiesa di fronte a questo mistero. Perché vivere? Perché morire? Gesù è l’unico che ha dato la risposta a questa seconda domanda: “Per far vivere tutti”. San Paolo ha detto: “Per me vivere è Cristo, e morire è un guadagno”. Non è uno slogan o un aforisma. Se pensiamo a quello che ha passato: naufragi, bastonate, botte, lapidazioni, pericoli… Pur essendo impetuoso e litigioso, era “composto” interiormente. Come quando, a Filippi, lo portarono insieme con Sila sulla piazza: “Presentandoli ai magistrati dissero: «Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare». La folla allora insorse contro di loro e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi” (At 16, 20-24). Non è stata una gran giornata, diremmo noi… Ma lui, con quel carattere così tempestoso, che fa quella notte? Digrigna i denti, è arrabbiato? No. “Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli” (At 16, 25). È lo stile di una persona che dentro è composta. E che canta inni a Dio con una tale bellezza e dolcezza che i prigionieri lo stavano ad ascoltare… È qui che vediamo il mistero del vivere e del morire. Il Covid ci ha messo davanti a questo, ci ha bastonato e ci ha denudato. E la Madonna è lì, di fronte a questo mistero di morte e di vita. La nostra Madonna della Salve, di fronte alla croce di Cristo, sembra gravida, e richiama la Donna dell’Apocalisse che vive le doglie del parto mentre sta partorendo i suoi figli. La morte di Cristo è il seme che muore per dare frutto, la morte che ci apre alla vita. Anche io vorrei arrivare così, come Cristo, a questa offerta amorosa, e dire: “Signore, ti offro la mia vita. È qui, è tua, è un dono, e anche la morte per me è pace”. Dice San Francesco: “Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale”. È questa la sfida della vita».

Andrea Antonuccio

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