Risonanze
Questa settimana vede il nostro territorio uscire dagli stretti vincoli anti-pandemici e, mentre gradualmente assaporiamo i maggiori “margini di manovra” consentiti, può essere interessante riflettere sui modi con cui alcuni gruppi locali hanno vissuto i mesi passati mettendosi in gioco, con creatività oltre che con senso di responsabilità. Il caso oggi proposto è quello degli Scout del gruppo Alessandria 3: una realtà di una novantina di persone (tra “Comunità Capi”, con don Giovanni Guazzotti assistente ecclesiale, “Clan”, “Reparto” e “Branco”) attiva da 24 anni e da circa una ventina presente presso i locali della parrocchia San Baudolino. Il gruppo fa parte dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) il cui fondamento pedagogico (cfr. www.agesci.it/?wpfb_dl=3147) si concretizza in una proposta educativa che “vedendo i giovani come autentici protagonisti della loro crescita, deriva da una visione cristiana della vita, tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con gli altri e con il creato ed è attenta a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani”.
Tutti aspetti che sono stati messi a dura prova nei mesi pandemici ma che hanno visto l’Alessandria3 cimentarsi con particolare sensibilità creativa per non disperdere il grande patrimonio personale e relazionale del gruppo. È lo stesso Maurizio Mittino (capogruppo, insieme con Sara Fracasso) a sottolineare quanto sia stato «difficile coniugare il fare scautismo – che necessita il contatto con la natura al pari delle persone – col rispetto delle norme anti-Covid. La primavera dello scorso anno, caratterizzata dal forte lock-down e dall’impossibilità di svolgere gli incontri in presenza, ha visto il gruppo industriarsi al meglio per utilizzare la tecnologia e per caratterizzare i contenuti dei video-incontri senza tuttavia che ciò venisse percepito come una “imitazione” di quanto proposto con la Dad dal sistema scolastico. Il recente periodo ha invece visto la parziale reintroduzione di alcuni incontri “in presenza” delle tre branche del gruppo. Anche in questo caso, ciò che poteva sembrare solo un “allentamento di vincolo” è stato colto come un’opportunità per comprendere ancora meglio il senso del rispetto delle regole e rendere l’esperienza degli incontri periodici in presenza un’occasione per rafforzare l’identità di gruppo».
Come? Per esempio, sperimentando nuovi giochi in cui il contatto fisico è stato sostituito da una forte attenzione ai metodi e contenuti tipici della comunicazione interpersonale. «Se la grande sfida che ora ci attende – conclude Maurizio Mittino – è il varo per l’estate del campo di Reparto e delle vacanze di Branco con modalità che rispettino al massimo i distanziamenti senza impoverire la relazione, un pensiero riconoscente va anche al gruppo Genitori che in tutti questi mesi è sempre stato molto presente e ha condiviso le scelte prudenziali ma innovative che abbiamo introdotto per incoraggiare i nostri giovani, in coerenza con il metodo attivo Scout, ad imparare con l’esperienza, in semplicità ed essenzialità, responsabilità, creatività e spirito di gruppo: le virtù tipiche dell’Agesci».
Guido Astori
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