Papa Francesco
«Senza questa rivoluzione della tenerezza rischiamo di rimanere imprigionati in una giustizia che non permette di rialzarsi facilmente e che confonde la redenzione con la punizione». Così papa Francesco che nell’udienza di mercoledì 19 gennaio, in Aula Paolo VI, ha ricordato «i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono in carcere».
«È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto più giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore. Non possono esserci condanne senza una finestra di speranza. Preghiamo per loro, perché trovino in quella finestra di speranza una via di uscita verso una vita migliore» le parole del Pontefice.
Francesco poi invita i fedeli a recitare una preghiera: «San Giuseppe, padre nella tenerezza, insegnaci ad accettare di essere amati proprio in ciò che in noi è più debole. […] Sii vicino a coloro che hanno sbagliato e per questo ne pagano il prezzo; aiutali a trovare, insieme alla giustizia, anche la tenerezza per poter ricominciare. Insegna loro che primo modo di ricominciare è domandare sinceramente perdono per sentire la carezza del Padre».
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