La pediatra Sabrina Camilli
Isolamento, Dad, mascherine, distanziamento sociale: questi e altri termini “pandemici” sono entrati nel lessico comune delle famiglie. Al di là della comprensibile necessità di contenere gli effetti della Covid-19, facciamo una riflessione su quello che sta succedendo nella mente e nel corpo dei nostri ragazzi in conseguenza di questa situazione anomala che da due anni a questa parte ci troviamo tutti a vivere. Abbiamo chiesto consiglio alla nostra pediatra di fiducia, la dottoressa Sabrina Camilli.
Dottoressa, partiamo anzitutto da una considerazione globale: il periodo di forte stress che stiamo vivendo da ormai due anni, che effetto ha sulla mente e la psiche di bambini e ragazzi?
«Di getto rispondo in modo convinto: un effetto profondo, insito in ogni loro cellula cioè secondo gli studi delle neuroscienze, una “signatura epigenetica” importante, qualcosa che rimane insito nel loro (come pure anche nel nostro) Dna».
Ci potrebbe fare qualche esempio?
«I ragazzi hanno introiettato che per poter fare le cose che un tempo erano semplici e automatiche, bisogna avere dei lasciapassare: mascherine, gel, qr code, separazioni dagli altri, essere vaccinati, per fare degli esempi. Il tutto è poi condito da una continua atmosfera di precarietà, mista a finta sicurezza, che arriva loro dal mondo degli adulti. Tutto questo accade per di più durante una loro delicata fase di crescita: sono piccoli che stanno diventando grandi ma fanno fatica a strutturarsi, a identificarsi in qualcuno che difficilmente riescono a contattare se non virtualmente (come insegnanti e altre figure di riferimento), mentre i genitori diventano ai loro occhi meno “eroi” di quando erano piccoli. Nel contempo, come ha denunciato lo scrittore Alessandro D’Avenia in un articolo apparso sul “Corriere della Sera” nell’ottobre scorso, i giovani sono affetti da una sorta di “obesità informazionale” e che si manifesta con disattenzione, distacco, disinteresse, paura, noia, fuga, abbandono».
E qui in Italia nello specifico com’è la situazione dei nostri ragazzi?
«La realtà italiana ci dice che ormai da alcuni mesi diverse strutture ospedaliere con posti letto dedicati alla gestione dell’emergenza-urgenza psichiatrica in età adolescenziale hanno segnalato un allarmante aumento di accessi al pronto soccorso e di ricoveri di ragazzi e ragazze in stato di sofferenza psicologica acuta, con pressoché costante saturazione dei posti letto dedicati. Fra le cause più frequenti vi è “l’attacco al corpo”, nelle diverse espressioni che può assumere: si va dall’autolesionismo, ai disturbi alimentari, al consumo di sostanze d’abuso, sino ai gravi attentati alla vita (tentati e mancati suicidi), a cui si affiancano disturbi di panico e d’ansia acuti, stati fobici con marcato ritiro sociale, stati dissociativi con alterazioni senso-percettive, crisi di dirompenza (che si manifestano con episodi di forte rabbia) spesso intrafamiliare. Alcuni segnali c’erano già in epoca pre-pandemica: ora hanno subito una marcata accelerazione».
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