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Tra vecchi pregiudizi e nuove consapevolezze

Donne e scienza

La scienza ha bisogno delle donne. Lo dice l’Organizzazione della Nazioni Unite in occasione dell’International day of women and girls in science, istituito nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e celebrato in tutto il mondo l’11 febbraio.

Oggi, le donne continuano a rappresentare una minoranza nel mondo della scienza, quando non ne sono totalmente escluse. Secondo il Science Report Unesco 2021, a livello mondiale, solo il 33% del totale dei ricercatori è donna, con spesso meno fondi a disposizione per le ricerca e meno occasioni di promozione rispetto ai colleghi uomini. Anche nel settore privato, le donne sono meno presenti in posizioni di leadership in azienda e in ruoli tecnici in ambito industriale.

Nelle cosiddette materie Stem (Science, technologies, engineering and mathematics; scienza, tecnologie, ingegneria e matematica) – prosegue la ricerca – le donne rappresentano solo il 22% nel mondo dell’intelligenza artificiale e il 28% dei neolaureati in ingegneria.

Le Nazioni Unite stanno rivolgendo grande attenzione allo sviluppo di politiche educative per le donne nella scienza e nella tecnologia, perché esse diventino agenti di cambiamento per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile.

In un comunicato congiunto, diffuso in occasione della Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, l’Executive director di United Nations Women, Sima Bahous, e il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay, hanno sottolineato il principio dell’“uguaglianza in azione” in modo che la scienza apra nuovi spazi di sviluppo per le donne.

E in Italia, com’è la situazione? Se da un lato, aumentano le donne iscritte alle facoltà Stem, dall’altro continuano a pesare i pregiudizi di genere. Una ricerca del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sulle immatricolazioni 2021/2022 mostra un maggior numero di matricole donne nelle facoltà Stem. Il nostro Paese si attesta al 22% delle ragazze che scelgono corsi scientifici sul totale delle iscritte. Sono in aumento anche le ragazze che scelgono corsi di laurea in informatica e tecnologie Ict (+15,74%).

Uno studio di Ipsos per Save the children, pubblicato proprio in occasione in occasione della Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, dice inoltre che il 54% delle adolescenti si appassionino a questi temi sin dai banchi di scuola.

Eppure, nonostante questa nuova consapevolezza, continuano a pesare gli stereotipi di genere: “[…]Il divario di genere è molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti” dice Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia – Europa di Save the children.

In tal senso, gli investimenti del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) possono rappresentare un’utile occasione per invertire questa tendenza e per “far fiorire i talenti scientifici delle ragazze che vivono in Italia. Servono interventi mirati, quali piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze – a partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati – l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini” prosegue la Milano.

La passione delle ragazze per la scienza è testimoniata anche in un video girato in uno dei “Punti Luce” di Save the children a Milano, disponibile al link vimeo.com/674841503/cb663e782a.

Francesca Frassanito

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