L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
siamo tutti scossi da quello che sta succedendo in Ucraina. Per questo dedichiamo la prima pagina e il Paginone a questa guerra: per capire la situazione geopolitica, che può spiegare le cose fino a un certo punto; e anche (anzi, direi, soprattutto) per comprendere meglio chi siamo noi, cosa stiamo a fare al mondo.
Noi, che adesso abbiamo paura di una possibile escalation atomica, abbiamo qualcuno su cui poggiare la nostra speranza (o la nostra disperazione)? Oppure siamo come “I due orfani” di Giovanni Pascoli (qualcuno di voi si ricorda di questa poesia?), che al buio si dicono: «Io parlo ancora, se tu sei contento / Ricordi, quando per la serratura / veniva lume?» «Ed ora il lume è spento». «Anche a que’ tempi noi s’avea paura: / sì, ma non tanta». «Or nulla ci conforta, / e siamo soli nella notte oscura». E, nel dialogo finale: «Ricordi? Allora non si stava in pace / tanto, tra noi…» «Noi siamo ora più buoni…» / «ora che non c’è più chi si compiace / di noi…» «che non c’è più chi ci perdoni».
Anche noi, oggi, davanti a quello che succede possiamo essere come i due orfani pascoliani. Più buoni (forse) ma incapaci di affrontare la realtà, atterriti dal dubbio e dalla paura. Che cosa può vincere la nostra angoscia davanti alle immagini che giungono dall’Ucraina? E quale pace desideriamo? Leggete qui a lato che cosa ha detto il nostro Vescovo nella Veglia di preghiera di sabato scorso: «Vorremmo poter costringere le persone che fanno la guerra a non farla… Ma Dio non ci ha costretti a non fare il male; ci ha chiamati a non farlo».
Diciamoci la verità: la pace che noi desideriamo è assenza di guerra, per continuare a “programmare” la vita come meglio ci aggrada, tra una Messa e un fioretto (siamo appena entrati in Quaresima, no?). Ma, come per il Covid, anche in questo caso il Signore sembra avere altri piani. Perché?
Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it
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