Verso le Unità pastorali
Al Collegio Santa Chiara, domenica 13 marzo, la Sala “Iris” era gremita per l’incontro dell’Unità pastorale “Sette chiese”. Riuniti i fedeli delle parrocchie San Pietro in Cattedrale, San Lorenzo, Sant’Alessandro, San Rocco, Santo Stefano, Nostra Signora del Carmine e Santa Maria di Castello; i sacerdoti di questa Unità pastorale don Mauro Bruscaini, don Domenico Dell’Omo, don Raoul Kouame, don Gian Paolo Orsini e don Gianni Toriggia, il Vescovo monsignor Guido Gallese e i suoi delegati per il Sinodo e le Unità pastorali, don Stefano Tessaglia e don Giuseppe Di Luca. Don Mauro Bruscaini ci racconta com’è andata.
Don Mauro, un commento a caldo su questo primo incontro?
«È andata bene. Avevamo preparato questo appuntamento con altri due incontri, tutti insieme, non ci siamo mossi separati. Già da qualche anno, abbiamo sulle spalle l’esperienza di un cammino condiviso tra le parrocchie del centro. E questo ci aiuterà».
Quali sono le maggiori criticità emerse?
«Sicuramente la questione dei parroci, perché abbiamo avuto diversi “movimenti” di sacerdoti all’interno dell’Unità pastorale. E questo, soprattutto nei laici, ha creato un po’ di instabilità. Ma è emerso anche un altro aspetto…».
Quale?
«Essendo in sette parrocchie, bisognerà lavorare soprattutto per valorizzare quelle più fragili, con meno attività e vitalità. Il Vescovo ci ha invitato a pensare e lavorare insieme. Noi abbiamo già condiviso questo stile, due esperienze ne sono l’esempio: la catechesi 0-6 anni, che ha interessato la parrocchia di Santo Stefano a nome di tutte le sette parrocchie; e il servizio alla Caritas, condiviso con i volontari di tutte le realtà del centro. Piccoli passi verso un’Unità pastorale più forte e concreta».
Tante Unità pastorali, ma un’unica visione.
«Per noi in città pensare alle cose in un certo modo può essere più ragionevole perché siamo vicini, basta spostarsi da una via all’altra. Nei paesi, invece, ci sono realtà con chilometri da fare e distanze diverse. D’altro canto, nei paesi c’è una vitalità che nelle piccole parrocchie del centro non c’è. Ma credo che per tutti sia fondamentale camminare, parlare e progettare insieme. Metterci in ascolto dello Spirito, che ci suggerisce, e che ci può permettere di aprire nuovi percorsi e nuovi cammini».
Alessandro Venticinque
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