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Don Borriero, prete di campagna

“Alessandria racconta” di Mauro Remotti

Giardinetto è una graziosa frazione del Comune di Castelletto Monferrato, situata nei dintorni di Alessandria, la cui denominazione deriva dal termine germanico karto o gratin, ossia luogo recintato e difeso, che rievoca un piccolo giardino (kindergarden, giardino d’infanzia). Un sacerdote che ha lasciato un segno indelebile in questo piccolo borgo è senza dubbio don Angelo Borriero, parroco di Castelletto Monferrato per una quarantina d’anni.

Originario di Cuccaro, classe 1901, arriva a Castelletto verso la fine degli anni Trenta in qualità di vice parroco per poi sostituire don Lavagno alla guida della comunità dei fedeli. Nel volume Storie di Giardinetto, Giancarlo Campanella ricorda così il “prete di campagna”: «Scrupoloso, zelante e fedele nel servizio e nell’adempimento dei suoi doveri scendeva volentieri, il più delle volte a piedi, alla frazione Giardinetto perché diceva di trovare più adesioni e simpatie che a Castelletto».

Come il celebre don Camillo, creato dalla penna dello scrittore Giovannino Guareschi, vestiva sempre l’abito talare e al pari di don Lorenzo Milani, fondatore della scuola di Barbiana, credeva fortemente nell’istruzione dei giovani. «Intelligenza vivace e poliedrica, nei mesi d’estate occupava gran parte della giornata a dare ripetizioni agli studenti rinviati ad ottobre per gli esami di riparazione. Le lezioni riguardavano tutte le materie: dalla matematica all’italiano, al latino ed al francese. Era convinto che lo studio fosse un passaggio essenziale nella formazione umana e cristiana dei giovani in qualsiasi professione la vita li avrebbe poi chiamati, compresa quella dell’agricoltore, nel cui ambito la cultura era allora considerata quasi un orpello inutile; il suo detto, a questo proposito, era “l’uomo tanto vale quanto sa”», evidenzia ancora Campanella.

Un altro ricordo di don Angelo Borriero lo evoca Maria Robbiano: «I miei suoceri abitavano alla Cascina Ca’ d’Olmo (che ora fa parte della Società Agricola Zootecnica Annonese, ndr) e spesso don Borriero passava a far loro visita. Arrivava in bicicletta o con il calesse e si fermava a scambiare quattro chiacchiere assaggiando volentieri qualche cioccolatino. Tra i suoi tanti racconti, mi è rimasto impresso quello di un povero ragazzo, il quale, accecato dall’ira, aveva ucciso il proprio padre. Don Borriero, certo del pentimento del giovane, aveva fatto di tutto per poterlo far trasferire dal carcere di Catania a quello di Alessandria».

A metà degli anni Ottanta, don Angelo Borriero lascia l’amata parrocchia di Castelletto (nella foto). Più tardi, si trasferisce a Mirabello Monferrato per dare una mano all’amico don Carlo Riva. Quasi novantenne, ritorna alla casa del Padre il 3 gennaio 1991.

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