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I sogni “nell’Oggetto”

“Collezionare per credere”

Nel famoso album dei Led Zeppelin intitolato “Presence” (1976) si nota, in mezzo a un tavolo, una misteriosa scultura, chiamata “The Object” (L’oggetto) che, da quasi mezzo secolo, è per i collezionisti una specie di prezioso talismano, uscito perfino in versione portachiavi, neanche fosse il cubo di Rubik! L’album di recente uscita “Il pezzo mancante” del cantautore Dado Bargioni ben potrebbe, a mio avviso, essere coronato da un’opera d’arte, come avvenuto per la misteriosa scultura “The Object”, all’epoca in allegato al vinile in tiratura limitata.

Artigiani come Cristina Làstrego, esperta di bric-à-brac, potrebbe ideare il prototipo de “Il Pezzo mancante”, evitando il troppo banale puzzle. Animali fiabeschi, un po’ dinosauri, un po’ coccodrilli e un po’ pesci di profondità, assemblati con tessuti di ogni genere e tramatura: velluti, ricami, trine, merletti, passamanerie, fettucce, nastri, bottoni e fili che sembrano usciti da inverecondi bauli della nonna…

Anche la tecnologia dell’era digitale offre molti assist: cd, cover, prese scart, cuffie, interruttori, auricolari, circuiti stampati, tastiere, bobine, ventole di raffreddamento, relè, testine di rasoio, carrozzerie di stampanti dismesse e altri dispositivi fatalmente sottoposti a rapida obsolescenza… Così prende forma, ad esempio, la sua “ballerina informatica”, con la testa a cd; attraverso l’animazione, i suoi movimenti risultano tutt’altro che rigidi, sebbene i suoi orecchini consistano in semplici graffette da ufficio, la rigidità per eccellenza!

Mara Ferrari 

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