“Alessandria racconta” di Mauro Remotti
Si è da poco conclusa la terza edizione del Festival internazionale dei Templari che ha portato nella nostra città diversi studiosi di chiara fama. Il pubblico ha ascoltato con vivo interesse la storia di questo misterioso ordine religioso creato per garantire la sicurezza dei pellegrini che si recavano in Terrasanta, sciolto nel 1312 da papa Clemente V su pressione del re francese Filippo il Bello. La presenza dei cavalieri dell’Ordine militare del tempio di Gerusalemme nella zona di Alessandria potrebbe risalire al XII secolo.
Infatti, secondo alcune fonti, già prima della fondazione della città (1168), esisteva una loro domus con annessa la chiesa di Santa Margherita de Sterpono (detta Strappona o Sterpona oppure Strabona), conosciuta anche come “Margaritota” (o Margariota). In seguito, passerà agli Ospitalieri (oggi Ordine di Malta). Circa la sua precisa ubicazione, alcuni storiografi (Giuseppe Antonio Chenna e Aldo Di Ricaldone) ritengono si trovasse nell’antico quartiere di Bergoglio, come peraltro è riportato anche in un documento medievale, gli “Statuta de viis Bergolii”. Ad avviso di altri, invece, era situata in contrada Villanova, nella parrocchia di Santa Maria dell’Olmo, all’incrocio tra le attuali corso Cento Cannoni e via XXIV Maggio. Verosimilmente la prima magione fu spostata nel centro di Alessandria in relazione al passaggio di proprietà all’Ordine gerosolimitano.
Alle dipendenze della domus alessandrina vi era una precettoria “fuori le mura”, esattamente a San Michele, ed era costituita da due cascine: la “Torre del Tempio” (o “Torre Vecchia”) e la “Masona” (o Masone). «La prima era adibita ad abitazione dei Templari, mentre la seconda era utilizzata come rifugio a disposizione dei pellegrini in transito sulla Via Romea», scrive Andrea Valentini. L’appartenenza di parecchi alessandrini all’ordine del Tempio è altresì attestata da Massimo Centini, autore del libro “I Templari in Piemonte”: «Dal 1310 a Cipro in occasione dei processi contro i templari, furono interrogati due Cavalieri alessandrini; frater Gerardus de Acquarellis de Alexandria e frater Busca de Alexandria».
I Templari potrebbero avere quindi recitato un ruolo importante nella fase fondativa cittadina. Ne è convinto il giornalista Andrea Guenna, il quale rimarca l’esistenza di alcune tracce inequivocabili. Ad esempio, nell’incisione intitolata “La fondazione di Alessandria” di Lodovico Pogliaghi si può notare un cavaliere templare in piedi con lo scudo crociato in pugno. Inoltre a Palatium Vetus, il primo Municipio della città, è possibile scorgere una pietra bianca a forma di scudo con una croce rossa dipinta sopra, ossia un chiaro simbolo templare, presente peraltro nei gonfaloni dei Comuni di Alessandria, Gavi, Genova e Novi Ligure.