Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato del nuovo paniere Istat, riflettendo sull’inserimento, tra i nuovi prodotti alimentari, di mango e avocado, frutti esotici il cui recente successo nella nostra dieta è dovuto anche alla velocità e pervasività della comunicazione sul cibo che stiamo vivendo. Penso che la somma di fattori come l’attenzione mediatica al cibo, la contaminazione con altre culture e le analisi di dietologi ed esperti di nutrizione, abbia già prodotto dei cambiamenti nelle abitudini alimentari, ma non di piccoli gruppi, bensì di un’area sempre più vasta di consumatori. La scorsa settimana, a Unomattina, Francesco Saliceti, di Longobardi (Cs), per non abbandonare il suo paese è rimasto a lavorare lì, aprendo una Degusteria, nel suo Bar dello Sport, dove propone un super frutto di Reggio Calabria come l’anona. Credo che quella sia la strada: i piccoli centri storici possono rimanere vivi se fanno un patto con la nuova agricoltura, quella che non produce per le commodity, ma sa distinguersi e rivolgersi a un mercato più consapevole. Così in Sicilia c’è già chi pensa di coltivare mango, avocado e goji. C’è un cambiamento in atto e ai pionieri di questo cambiamento dovremmo guardare tutti con attenzione, soprattutto il Governo Italiano per non rischiare di arrivare sempre in ritardo.
Paolo Massobrio