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Alessandria racconta – Vincenzo Capriolo

Vincenzo Capriolo nacque ad Alessandria il 10 o il 23 giugno 1810 da Luigi e Rosa Vercellini. Dopo gli studi in legge, svolse la professione di avvocato, ricoprendo anche la carica di Provveditore agli studi. Nel 1848 intraprese una brillante carriera politica che dai banchi del consiglio comunale della sua città, quale esponente della sinistra rattazziana, lo portò sino in Parlamento. Nel 1855 venne infatti eletto per la prima volta nel collegio di Ceva, mantenendo il seggio alla Camera sino al momento in cui non ricevette la nomina regia a senatore. Sposato con Maria Renza Robba, fu amico fraterno di Urbano Rattazzi, la cui consorte, Maria Letizia Wyse Bonaparte, osservò che fu l’unico confidente che suo marito avesse mai avuto. Rattazzi lo volle accanto a sé, in qualità di segretario generale del Ministero dell’Interno, nell’anno della seconda guerra d’indipendenza.

Il legame politico che lo univa al celebre statista e concittadino fu spesso sottolineato sarcasticamente dagli avversari. Uno dei più accaniti, Ferdinando Petruccelli della Gattina, nel suo libro I moribondi del Palazzo Carignano lo definì in questi termini: «Segretario di Rattazzi, quasi suo aiutante di campo, spirito colto, ma senza audacia, molto addentro in cose amministrative, ma allacciato dalla rutina, tenero dell’egemonia piemontese, ma onesto e leale: buono ed aggiustato parlatore. Egli è l’espressione del Presidente del Consiglio». Purtroppo le condizioni di salute di Capriolo andavano gradualmente peggiorando.

Quando Rattazzi ridiventò presidente del Consiglio dei ministri, succedendo a Bettino Ricasoli, non si sentì di ricoprire ancora la carica di Segretario generale. Preferì accettare gli incarichi di direttore generale del Demanio e delle tasse e di consigliere di Stato. Vincenzo Capriolo morì a Frascati il 22 agosto 1872 (l’amico Urbano Rattazzi gli sopravvisse soltanto un anno). Nell’aula del senato la sua commemorazione venne celebrata dal vicepresidente Paolo Onorato Vigliani, nativo di Pomaro Monferrato, che fu il primo presidente del Consiglio provinciale di Alessandria. In consiglio comunale la cerimonia commemorativa venne invece curata dall’avvocato Giovanni Oddone, futuro sindaco; l’assemblea deliberò di chiedere la traslazione delle spoglie nella città natale. Pur non appartenendo al novero dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano, Vincenzo Capriolo viene comunque ricordato come un profondo conoscitore della complessa macchina burocratica del neonato Regno d’Italia. Alessandria gli ha dedicato una via che costeggia il cavalcavia del quartiere Cristo.

Mauro Remotti

 

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