Dottoressa, mio figlio fa fatica ad addormentarsi. Vorrei capire perché e se è possibile fare qualcosa?
Il nostro corpo ha necessità di riposare e, in particole, di dormire per dar sollievo al corpo e alla mente e per essere in grado di far funzionare il nostro organismo in modo regolare. Lo stravolgimento del ritmo sonno-veglia può avere degli effetti negativi nei rapporti del bambino con i genitori e sulle relazioni in generale. Questi effetti è raro che siano causati da una vera e propria malattia. Spesso è dovuto a disturbi psicologici del sonno e della veglia, legati a comportamenti inadeguati dei genitori nella fase di crescita. In genere il disturbo si manifesta all’ora di addormentarsi: il bambino rifiuta di andare a dormire. In questo caso il piccolo desidera magari poter stare ancora sveglio con i due genitori (soprattutto della mamma) che ha visto poco durante il giorno. Talvolta il bambino è sovreccitato per stimoli come tablet, dispositivi cellulari o filmati inadatti visti in tv. Infatti, nelle due ore precedenti al sonno si sconsiglia di far utilizzare dispositivi elettronici, compresa la tv, per favorire la produzione di melatonina e accompagnare all’addormentamento il bimbo. L’eccessiva assunzione di zucchero e di alimenti che lo contengono aumentano l’eccitabilità del bambino. Così come bevande contenenti teina o caffeina, in prodotti noti del commercio. Fin da piccolo il bambino dev’essere accompagnato al proprio letto in un’atmosfera meno carica di tensioni possibile. Questa è l’ora delle favore, dei racconti, delle “confidenze” e dei segreti, che permettono al piccolo di sentirsi rassicurato prima di abbandonarsi al sonno. Anche la musica rilassante può contribuire a questo scopo. Questo disturbo, insieme con i risvegli notturni o a risvegli troppo precoci fanno parte dei disturbi tipici dell’insonnia infantile primaria. E di questo parleremo nelle prossime puntate.
Per fare una domanda alla dottoressa Sabrina Camilli: redazione@lavocealessandrina.it oppure pediabimbumbam.altervista.org.