Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho fatto una riflessione in merito alla contrapposizione tra lo stress da pranzo di Natale sbandierato da molti giornali e il sentimento di solidarietà emerso durante la Cena di Santa Lucia a Padova, dove mille persone si sono sedute insieme avendo in mente il bene. In verità sono tante le iniziative benefiche, come la costruzione di un asilo da parte dei volontari dell’Avsi a Qaraqosh, cittadina dell’Iraq occupata e devastata dall’Isis, oppure il progetto teatrale a Kibera, baraccopoli di Nairobi in Kenya, dove 140 ragazzi hanno recitato Dante. E queste azioni sono state raccontate alla Cena di Padova dove ognuno ha fatto la sua parte: l’imprenditore che ha pagato una quota e i ragazzi della scuola Dieffe di Padova che hanno servito i commensali. Un modo di avere cura l’uno dell’altro, che dovrebbe essere un modello per la società. Niente a che vedere con i pranzi di Natale dove l’unica preoccupazione è l’ostentazione.
Paolo Massobrio