Il nuovo libro di Massimo Brusasco sulla vita di Sergio Viganò
“Le mani del Mago”, sottotitolo “Sergio Viganò, il massaggiatore dei campioni”(Bradipolibri Editore, pagine 160, 15 euro) è un libro dedicato a uno dei migliori fisioterapisti del calcio italiano e non solo. Lo si può acquistare ad Alessandria al Libraccio, alla Feltrinelli e alla Mondadori, e online su www.bradipolibri.it e www.amazon.it.
Nel libro il lettore troverà non solo nomi e numeri, o le testimonianze di atleti come Mancini, Vialli, Lombardo o Gregucci, ma anche un susseguirsi di aneddoti curiosi. E, alla fin fine, emerge una riflessione: la vita è fatta di porte che, all’improvviso, si aprono. Sta a noi essere pronti a entrare. Tanto meglio, poi, se si hanno doti come quelle di Sergio Viganò, lombardo di Garbagnate, che ha girato l’Europa ma che, molti anni fa, ha scelto il Monferrato.
Viganò, classe 1941, esordì a San Siro da massaggiatore, sulla panchina del Cagliari, in sostituzione del padre malato. I sardi giocavano in casa dell’Inter, squadra della quale il Viga è tifoso. Quando l’Inter segnò il primo gol, Sergio esultò… Non è che quelli che stavano in panchina con lui abbiano gradito particolarmente.
Poi ha lavorato con l’Alessandria, da dove passarono molti giovani talentuosi che sarebbero poi diventati calciatori importanti: Camolese, Carrera, Gregucci, Sgarbossa… Con i Grigi, a Modena, la delusione più cocente: spareggio col Prato per salire in C1: vinsero i toscani per 3-2. Viganò è ancora convinto che non tutti, quella volta, diedero il massimo.
Poi ha seguito le orme di Roberto Mancini, illustre calciatore e ora allenatore della Nazionale, che conobbe quasi per caso grazie a Gianfranco Matteoli, all’epoca centrocampista dell’Inter, che lo supplicò di «dare un’occhiata a un ragazzo che si chiama Mancini». Da quel momento Mancini e Viganò divennero amici straordinari: un sodalizio che non si è ancora sciolto, tant’è che l’ex ragazzo di Jesi lo vorrebbe nello staff dell’Italia, impegnata ai Campionati europei del 2021. «Lui – ha detto il Mancio – è il Pelé dei muscoli. Se non l’avessi incontrato, avrei giocato la metà delle partite».
Il libro è la storia di un’amicizia, anzitutto, ma anche la biografia romanzata di un professionista straordinario che ha vinto scudetti con Sampdoria, Lazio, Inter e Manchester City. E proprio negli istanti finali di Manchester City–Qpr, ultima giornata di un campionato (2011-2012) che il City può conquistare dopo 44 anni di astinenza solo vincendo, accade un “miracolo”. Al 90′ in vantaggio erano gli avversari. «Poi successe qualcosa di incredibile» racconta Viganò, al fianco del Mancio anche quella volta. Il City segna in pochissimi minuti due gol, ribaltando il risultato, con Dzeko e Agüero. Proprio Agüero, marcatore del vantaggio definitivo, non avrebbe dovuto giocare perché infortunato. Ma le mani “magiche” di Viganò lo rimettono in sesto poco prima del match, e lui si rivela decisivo. La riconoscenza di Mancini è evidente: al fischio finale corre subito ad abbracciare “il Viga”.
Un uomo che ha curato il meglio del calcio mondiale (da Gullit a Ibrahimovic, da Tevez a Ronaldo…) diventando un punto di riferimento anche per atleti che non militavano nelle squadre di cui era dipendente, e mettendo le sue capacità a disposizione di semplici appassionati di pallone e anziani in difficoltà. Tutti seguiti, con professionalità e dedizione, dal “Mago” delle mani.
Andrea Antonuccio