“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Il Campionato di Serie A ha ripreso vigore mentre, per l’Alessandria, occorre aspettare ancora poche ore poiché domenica ventura la stagione riprenderà regolarmente con la trasferta di Pistoia: la notizia che tuttavia tiene banco più di ogni altra è quella della presenza, o meno, degli spettatori sugli spalti. In modo particolare è proprio la fatidica quota dei “mille” che tiene in ansia il popolo calciofilo e mobilita le opinioni più variegate.
Vorrei fare un primo commento, forse controcorrente, rispetto a tutti quanti si sono spinti a sostenere che senza spettatori il calcio non è più tale: il sottoscritto, sia in veste di spettatore da salotto delle recenti esibizioni di Champions League che da cronista in occasione delle poche partite dell’Alessandria a gradinate deserte, non ha riportato analoga sensazione. Già, perché l’impegno e la professionalità degli uomini in campo ha fatto sì che, perlomeno a mio sommesso avviso, tutta questa differenza non si sentisse.
È vero, il rumore della folla, le coreografie ed il boato che accompagnava le decisioni arbitrali più significative, si sono contraddistinti per un assordante silenzio ma altri particolari, ancor più interessanti e curiosi, sono venuti a galla come le preziose indicazioni date dagli allenatori da bordo campo ovvero le urla degli stessi giocatori, spesso sommerse dalle grida del popolo e in questo caso ben percepibili, dunque tali da permettere allo spettatore di immergersi ancora di più nella realtà delle tattiche e delle strategie.
Certo, un po’ di gente sugli spalti è salutare, forse non tanto per i bilanci delle Società che probabilmente non se ne accorgono neppure soprattutto nei Campionati di massima divisione, quanto per consentire ai tifosi di riavvicinarsi ai loro beniamini e, a quest’ultimi, di percepire qualche grida di incoraggiamento o anche di dileggio che, da sempre, accompagna lo sport più popolare delle nostre parti.
Certo, non essendo uno scienziato non sono in grado di stabilire quanto la fatidica “quota mille” sia veramente utile o inutile in un’ottica di prevenzione o di contenimento del virus ma, a priori, non mi sento di esprimere un giudizio negativo anche rispetto alla prospettiva di un graduale ritorno alla normalità. Nel frattempo, lo spettacolo del campo, perlomeno a mio avviso, non è scemato.