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Tornano i Martedì d’Avvento. Online!

“Siamo pronti al cambiamento d’epoca?”

Le limitazioni imposte dalla pandemia non fermano il tradizionale (e atteso) appuntamento dei Martedì d’Avvento, promossi dalla Diocesi di Alessandria, in collaborazione con il Centro di cultura dell’Università Cattolica e il Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic), Gruppo di Alessandria. I Martedì, che prevedono due appuntamenti, l’8 e il 15 dicembre, non si terranno “in presenza” all’Auditorium San Baudolino, come nelle ultime edizioni, ma in streaming sui siti Internet della diocesi (diocesialessandria.it) e di Voce alessandrina (lavocealessandrina.it), oltre che sui social diocesani.

Questa modalità permetterà di osservare scrupolosamente le norme antivirus, pur consentendo la più ampia partecipazione all’evento, con anche la possibilità di inviare domande in tempo reale ai relatori. Il tema dei Martedì d’Avvento 2020 è quanto mai attuale, nella Chiesa e nella società, e si esprime con la domanda: “Siamo pronti al cambiamento d’epoca?”.

Papa Francesco ha introdotto la questione nel suo discorso nella Cattedrale di Firenze, rivolgendosi ai rappresentanti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana del 2015: «Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo e all’opera nel mondo. Voi, dunque, uscite per le strade e andate ai crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso (cfr Mt 22,9). Soprattutto accompagnate chi è rimasto al bordo della strada, “zoppi, storpi, ciechi, sordi” (Mt 15,30). Dovunque voi siate, non costruite mai muri né frontiere, ma piazze e ospedali da campo».

Uno scatto dall’edizione del 2019

In quanti, nella Chiesa e nel mondo, hanno colto la forza dirompente di questo messaggio? Il Papa ha riproposto il tema anche nella sua enciclica Laudato sì’ («Il cambiamento è qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualità della vita di gran parte dell’umanità») e nella più recente Fratelli tutti: «Ma nessun cambiamento autentico, profondo e stabile è possibile se non si realizza a partire dalle diverse culture, principalmente dei poveri. Un patto culturale presuppone che si rinunci a intendere l’identità di un luogo in modo monolitico, ed esige che si rispetti la diversità offrendole vie di promozione e di integrazione sociale». Il primo appuntamento dei Martedì sarà l’8 dicembre alle ore 21 con Ignazio Ingrao, giornalista Rai, già autore e conduttore della trasmissione “A Sua immagine”, che interverrà su “Il cambiamento d’epoca e la Chiesa di papa Francesco”. Martedì 15 dicembre, sempre alle 21, toccherà ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che presenterà la sua riflessione su “Il cambiamento d’epoca nel mondo durante e dopo la pandemia”. A introdurre gli ospiti sarà Renato Balduzzi (nel tondo), ordinario di Diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, campus di Milano, e “anima” dei Martedì della diocesi.

E proprio in occasione di questo appuntamento, il professor Balduzzi ci propone una citazione di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese di origine ebraica, noto a livello internazionale soprattutto per la sua teoria della complessità della vita sociale: «Il pianeta è sottoposto a processi antagonistici di disintegrazione e di integrazione. Davvero tutta la specie umana è riunita sotto una “comunità di destino”, in quanto condivide le stesse minacce sanitarie, ambientali o economiche, gli stessi pericoli provocati dal fanatismo religioso o dalle armi nucleari. Questa realtà dovrebbe generare una presa di coscienza collettiva, e dunque saldarci, solidarizzarci, incrociarci virtuosamente. Per contro domina il contrario: ci si rannicchia, ci si dissocia, la frantumazione prevale sull’apertura, ci si ripara dietro un’identità specifica, nazionale e/o religiosa (…) Soltanto una presa di coscienza fondamentale su ciò che noi siamo e ciò che vogliamo diventare può permettere di cambiare di civiltà. I testi di Papa Francesco ne costituiscono una inattesa quanto luminosa illustrazione. E del resto è anche perché manchiamo di spiritualità, di interiorità, di meditazione, di riflessione e di pensiero che non riusciamo a rivoluzionare le nostre coscienze» (Edgar Morin, Pour changer de civilisation, Edition de l’Aube, 2020).

La biografia dei due relatori

Ignazio Ingrao (nato a Roma il 29 novembre 1969) è giornalista e scrittore. Attualmente in Rai, è stato autore e conduttore della trasmissione televisiva “A sua immagine”, in onda su Raiuno, caposervizio e vaticanista del settimanale Panorama. Durante questi anni ha firmato numerose inchieste sull’archivio del “cacciatore di spie” padre Robert Graham, su Pio XII e le foibe, sui cattolici dopo la fine della Dc e sugli intrecci tra Chiesa e finanza.

Andrea Riccardi è nato a Roma il 16 gennaio 1950. Professore ordinario di Storia contemporanea, ha fondato nel 1968 la Comunità di Sant’Egidio, realtà conosciuta per l’impegno sociale e i numerosi progetti di sviluppo nel Sud del mondo, e per il suo lavoro a favore della pace e del dialogo. Dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013 è stato chiamato a ricoprire l’incarico di Ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione nel governo Monti.

Andrea Antonuccio

Leggi anche alcuni approfondimenti sull’edizione del 2019

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