“I nostri sacerdoti rispondono”
Domenica 29 novembre il Vangelo che ascolteremo è il celebre “Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà”, ovvero Mc 13, 33-37. Gesù in questa parabola parla di un uomo che parte e lascia la casa ai suoi servi. L’invito è quello di non lasciarsi andare al sonno e all’inedia nell’assenza del padrone: «Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati».
Ma da che cosa siamo “addormentati” oggi? Che cosa rischia di ottenebrarci?
Ci aiuta a fare un’analisi padre Giorgio Noè: «L’invito a essere vigilanti ci fa capire che c’è il rischio di addormentarsi. Ma che cosa ci addormenta oggi, che cosa ci sopisce? Dobbiamo guardarci, per usare un’immagine moderna, dal “fast food”. State attenti al fast food, perché in qualche modo ci porta a mangiare velocemente. In queste condizioni ci cibiamo voracemente, rapidamente ma anche superficialmente di tutto ciò che fa parte della nostra vita. Il suo contrario, “slow food”, invece, significa lentezza: mangiare assaporando, gustando, trascorrendo del tempo. Ora, al di là dell’immagine alimentare, credo che noi siamo abituati anche nella vita spirituale a fare esperienze superficiali, veloci. In realtà quello che ci serve è la lentezza: abbiamo bisogno di stare davanti alla parola di Dio, di stare di fronte al Signore, di riflettere, di pensare. D’altronde, le grandi domande esistenziali l’uomo se le è poste fermandosi di notte a guardare le stelle, non certo correndo. Oggi la nostra necessità è quella di recuperare, di ritrovare questa lentezza, questa profondità nell’esperienza della fede. Allora non possiamo più accontentarci di una messa partecipata in fretta e furia, di vivere un momento di preghiera velocemente perché poi dobbiamo fare altro, ma dobbiamo ricominciare a gustare le cose di Dio. In questo gustare, in questo stare, sperimenteremo anche un maggiore capacità di attenzione. Vi saluto con tutto il cuore e vi auguro un buon cammino di avvento».
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