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Lo dico a tutti: vegliate!

Commento al Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco

Commento al Vangelo di domenica 29 novembre 2020
I Domenica di Avvento

Il Vangelo ci parla di questa attesa, di questa attenzione, la vigilanza. Ci stiamo preparando a celebrare la venuta di Gesù nella carne, il Mistero dell’incarnazione. E dobbiamo come sintonizzarci sulla stessa lunghezza d’onda di Dio, per poter cogliere un mistero che altrimenti riusciremo soltanto a vedere con gli occhi umani. San Bernardo ci ricorda che vi sono tre venute di Cristo nella storia. La prima quando si incarna e viene a noi nell’umiltà del presepe, vi sarà l’ultima venuta nella gloria, quando verrà a giudicare i vivi e i morti. Ma tra queste due venute, dice san Bernardo, ve n’è una intermedia che si realizza quotidianamente, nel tempo e nello spazio che noi abitiamo e viviamo.

Come riconoscere il Signore che viene nell’ordinarietà del quotidiano? Ecco, vorrei utilizzare per questa riflessione i Misteri Gaudiosi del Rosario, perché in modo sintetico ci aiutano a rileggere le modalità con cui il Signore si presenta a noi, nella nostra vita. Allora proviamo a immaginare che nel primo Mistero il Verbo si fa carne, nel grembo della Vergine Maria. Questo è un Mistero che sfugge alla nostra capacità di comprensione, eppure così reale anche per noi. Il Verbo si è fatto carne nel grembo di Maria, ma non è forse vero che Dio ci chiede di accogliere il suo Verbo, la sua Parola ogni giorno e di saperla vivere nella nostra vita? Quindi l’accoglienza di Maria diventa anche per noi emblematica ed esemplare per come riuscire a fare spazio alla Parola di Dio nella nostra vita. La Parola viene a noi ogni giorno: l’ascoltiamo nella Liturgia, la leggiamo attraverso la Sacra Scrittura. Ma quella Parola non la possiamo accogliere come si accolgono tante altre parole, è la Parola che chiede di essere incarnata, messa in pratica, vissuta dentro la nostra esistenza. Ecco, questo mi sembra un primo modo con cui il Signore viene a noi oggi, attraverso la sua Parola.

Pensiamo a come il Battesimo abbia concretamente portato la presenza di Dio nella nostra vita. Certo, anche Maria quando ha accolto il Verbo nel grembo immediatamente non si è resa conto di nulla, un po’ come avviene per noi nel giorno del nostro Battesimo. Nei primi anni della nostra vita, non ci rendiamo conto della presenza del Signore, tuttavia Egli è realmente presente. Ma questa presenza dev’essere riscoperta quotidianamente, giorno dopo giorno, con il nostro cammino di fede. Perché è allora che prendiamo coscienza e sperimentiamo che Gesù è davvero presente nella nostra vita.

Nel secondo Mistero meditiamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta. Maria si muove in fretta, dice il Vangelo, verso la regione montuosa della Giudea. Entrata nella casa di Elisabetta avviene questo incontro meraviglioso: le due donne si salutano, i due bambini che rispettivamente portano nel grembo si riconoscono e c’è un’esplosione di gioia che ci manifesta addirittura con il canto del Magnificat. Ecco, mi domando: sappiamo riconoscere il Signore che viene a noi nella persona del nostro prossimo? Soprattutto nei poveri e nei sofferenti, perché in modo speciale è lì che siamo chiamati a riconoscere la presenza di Dio?

Dio ci incontra attraverso la quotidianità, attraverso le persone che incontriamo giorno dopo giorno, con cui viviamo normalmente e ci rendiamo conto che siamo chiamati a sintonizzarci in un modo differente da come normalmente siamo abituati a fare. Sintonizzarci per poter riconoscere la presenza del Signore in queste persone che vivono accanto a noi. Può capitare che ci siano persone forse più difficili da cogliere, più difficili da amare, è lì la sfida più forte che siamo chiamati a raccogliere. Quando Gesù nel Vangelo ci dice: «Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete?». Troppo facile, sono capaci tutti. Invece Gesù dice: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». Ecco, nell’amore verso i nemici, verso coloro che magari non accogliamo in modo così spassionato, c’è un’esperienza di fede, c’è una fiducia data dal Signore. Lui è lì, è presente… lo facciamo per lui, lo vogliamo cercare, lo vogliamo riconoscere, anche in quelle condizioni sfavorevoli.

Poi il terzo Mistero: Gesù che nasce a Betlemme. Voi sapete che tutto il popolo di Israele attendeva il Messia, ma nessuno ha saputo riconoscere in Gesù a Betlemme l’inviato di Dio, a parte i pastori, i Magi, gli ultimi. Perché c’è questa difficoltà a riconoscere il Signore? Perché fondamentalmente abbiamo delle aspettative sulla presenza di Dio nella nostra vita e ci aspettiamo che si manifesti in un certo modo. Ciò che poniamo come aspettativa il più delle volte ci allontana dall’incontro con il Signore. Quindi Dio viene a noi e lo possiamo riconoscere, ma quando mettiamo da parte tutte le nostre aspettative. Lasciamo al Signore la libera iniziativa di venirci incontro e manteniamo un cuore libero, puro e pulito: così che Lo sapremo riconoscere. Gesù lo dice: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio». Ma poi il Signore ci viene incontro anche nella dimensione liturgica. Il quarto Mistero ci parla di Maria e di Giuseppe che presentano Gesù al tempio.

Penso a come nelle nostre liturgie e dentro il nostro edificio sacro, le nostre chiese, Dio viene a noi. Il più delle volte possiamo vivere anche la Liturgia magari con un senso di superficialità e di noia, allora ci sfugge la presenza del Signore. Viviamo la Liturgia con questa convinzione, con questa fede che il Signore viene a incontrarci specialmente in quelle occasioni.

Poi l’ultimo Mistero: Gesù ritrovato nel tempio fra i dottori della legge. Io credo che Dio si possa trovare, ma a patto che come Maria e Giuseppe ci mettiamo alla ricerca. Occorre anche questo nostro impegno: metterci in cammino per poter cercare Dio presente nella nostra vita. Ecco, fratelli e sorelle credo che questa prospettiva nel leggere il Vangelo odierno ci possa aiutare a vivere anche l’Avvento. Cercando la presenza del Signore in tanti modi, facendolo anche in un modo diverso. E forse anche più efficace!

Padre Giorgio Noè
parroco di Spinetta Marengo,
Castelceriolo e Litta Parodi

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