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«Alla Michel non abbiamo niente da nascondere»

Parla suor Natalina Rognoni,
Madre superiora dell’Istituto Divina Provvidenza, ancora positiva
al Covid.
E risponde anche ad alcune critiche 

Suor Natalina Rognoni

Suor Natalina Rognoni (nella foto a lato), Madre superiora dell’Istituto Divina Provvidenza di Alessandria, dà un proprio contributo di chiarezza anche in riferimento ai rilievi mossi da una missiva non firmata indirizzata alla Casa madre della Michel a Roma, al Vescovo di Alessandria e alla stessa suor Natalina. Che, in isolamento alla Michel in quanto positiva («Ma adesso sto bene, lo scriva») replica con pacatezza alle accuse sulla “gestione” delle ospiti dell’Istituto di piazza Divina Provvidenza, dall’inizio della pandemia a oggi. Perché, sostiene, «alla Michel non abbiamo nulla da nascondere».

Suor Natalina, siete nell’occhio del ciclone.

«Mi permetto di dire che di quello che è stato scritto su di noi non è vero niente».

Eppure vi lanciano accuse pesanti…

«In una missiva anonima che abbiamo ricevuto si dice, tra le altre cose, che non diamo informazioni ai parenti delle nostre ospiti, che terremmo addirittura quasi “segregate”. Ma figuriamoci… Il nostro direttore sanitario, il dottor Ivaldi, che poi è stato sostituito perché positivo al Covid, ha dato notizie a tutti i parenti, stava al telefono dal mattino alla sera. Per non parlare delle nostre animatrici ed educatrici, che con i cellulari e i tablet aggiornavano i familiari delle persone non positive. Leggere quello che è stato scritto in questi giorni sulla “Michel” mi ha davvero amareggiato».

E le critiche per la carenza di personale specializzato?

«Rispondo subito: per noi al primo posto c’è sempre l’attenzione al singolo, alla cura della persona. Il nostro personale, encomiabile per l’abnegazione che ha dimostrato, ha fatto turni più lunghi, e i nuovi entrati sono tutti Oss qualificati… a prescindere dal fatto che le Asl ci avevano dato la possibilità di utilizzare anche inservienti, formati dalla stessa Asl in pochi giorni. Ma noi non abbiamo usato nessuna scorciatoia, anche grazie al personale Oss della nostra Casa di riposo di Frascaro che ci ha fornito supporto, come avevamo fatto in precedenza, dando una mano alla Casa di Quargnento. La situazione delle Rsa è difficilissima ovunque, anche nella nostra provincia, eppure si parla solo della Michel: perché?».

Già… perché?

«Non lo so. Rispondo dicendo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Basta, mi fermo qui, non voglio andare oltre (la voce si incrina, ndr). Lo sa, è difficile fare del bene oggi, quando il territorio si accanisce contro di noi, invece di aiutarci. Ma io di carattere sono ottimista, e rimango colpita dal gesto semplice di chi continua a darci una mano, anche in forma anonima, semplicemente facendoci recapitare acqua minerale e biscotti».

Cosa sta chiedendo a Madre Michel?

«Le sto dicendo: “La Casa è tua, datti una mossa (sorride). E proteggi soprattutto chi è più in difficoltà”. Noi figlie di Madre Michel dobbiamo continuare con la stessa voglia della nostra fondatrice. “Amate, amate, amate”, diceva sempre la Madre».

Lei come sta vivendo il Covid?

«Ho molto tempo per pregare. Questa è una prova che Dio ha permesso per farci capire che la vita è molto “relativa”, e che la Provvidenza vede e provvede, sempre. E lo farà anche in questa situazione, così difficile per noi e per tutti».

Andrea Antonuccio

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