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“Riassegnarsi” per non rassegnarsi

“Il contrappello” di Paolo Massobrio

Nell’articolo per Avvenire di questa settimana mi sono chiesto dove stia le felicità e cosa possa riempire la vita. Ho trovato una risposta in una parola usata da uno psicoterapeuta, il professor Fabiano Bassi: “riassegnarsi”. Termine che sembra indicare uno stato in cui si inizia a percepire il valore di sé stessi, senza dover ricercare per forza un continuo consenso.

E trovo che faccia parte di questo processo di “riassegnazione” anche il volontariato, che in Italia conta un esercito di ben cinque milioni e mezzo di persone, costituito anche da tanti giovani. In questo siamo al primo posto in Europa e la politica non può ignorarlo. Anche i ristoratori milanesi, che fanno parte di un settore al momento in grave difficoltà, si sono attivati, e nei prossimi giorni porteranno i loro piatti in corsia, a medici e infermieri.

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