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Divisi tra aperture e chiusure

“Il contrappello” di Paolo Massobrio

Questa settimana su Avvenire ho parlato di persone che continuano a difendere il loro lavoro, anche in mezzo alla confusione generata dalla gestione altalenante di aperture e chiusure. Ho fatto l’esempio di artisti del mondo dello spettacolo, come i musicisti che scendono in strada in questi giorni a suonare, che dovrebbero essere sostenuti per evitare la perdita di tante realtà. Mentre nel mondo del gusto c’è competizione tra produttori di dolci, pasticcieri e chef che, come Antonino Cannavacciuolo, hanno iniziato a fare panettoni artigianali con successo.

Ci sono difficoltà anche nel comparto del vino. Il Moscato, vino di Natale per antonomasia, rischia di rimanere invenduto infatti, ma non c’è voglia di arrendersi, come mi ha fatto capire anche il titolare di una cantina che ha voluto consegnare di persona quest’anno con orgoglio e gratitudine le bottiglie ordinate ai suoi clienti.

La confusione di questi giorni e l’insicurezza di questa nuova ondata pandemica sono state anche causate da superficialità da parte del Governo, che dovrebbe imparare a governare con realismo il Paese in movimento, invece di limitarsi a dichiarare aperture e chiusure, e anche da parte nostra che, per attenuare la diffusione del virus e permettere la ripresa di tutte le filiere economiche, dovremo imparare rinunciare nei prossimi giorni a comportamenti e abitudini che solo un anno fa ci sembravano normali.

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