Protesta delle Nazionali
Il percorso di qualificazione al Mondiale di Qatar 2022 è iniziato, ma un’ombra nera si è abbattuta su di esso. Con un’inchiesta, il quotidiano britannico “The Guardian”, supportato dalla fondazione Humanity United, ha denunciato la morte di circa 6.500 operai in 11 anni per la costruzione di stadi e strutture che ospiteranno le manifestazione. Si tratterebbe di migranti lavoratori provenienti da India, Pakistan, Sri Lanka, Nepal e Bangladesh.
Questi rappresentano circa il 70% della popolazione del Qatar e il 94% della sua forza lavoro. Tutti impegnati per la costruzione di sette nuovi stadi e altre infrastrutture come strade, sistemi di trasporto pubblico, hotel, un aeroporto e persino la città artificiale di Lusail, che ospiterà 250 mila abitanti e sarà la sede della manifestazione.
La risposta dalle istituzioni
Il comitato organizzatore del Mondiale ha replicato, ritoccando il numero degli operai morti, che in realtà sarebbero 37, definendoli «incidenti non legati al lavoro». Una posizione a cui si è allineata anche la Fifa: «La frequenza degli incidenti nei cantieri della Coppa del Mondo è stata bassa rispetto ad altri grandi progetti di costruzione in tutto il mondo».
Ma i numeri, riportati dalle ambasciate dei Paesi interessati, dicono altro: un totale di 5.927 operai morti, ai quali si aggiungono 824 cittadini pakistani, mentre non si conoscono ancora i dati dei migranti di Kenya e Filippine.
La Nazionali alzano la voce
Intanto, dai campi è partita la protesta. In primis la Norvegia che è scesa in campo con la maglietta: «Diritti umani, sul campo e fuori». A questo appello hanno risposto anche Germania (nella foto), Olanda e Danimarca, prendendo una decisa posizione per rivendicare i diritti umani.
«Vogliamo fare qualcosa di concreto per mettere pressione alla Fifa affinché sia sempre più diretta e ferma nei confronti delle autorità del Qatar, imponendo loro delle richieste più severe» le parole del ct della Norvegia, Solbakken. Mentre attendono le reazioni dalle altre Nazionali, i giocatori si interrogano: è giusto giocare i Mondiali di Qatar 2022?
Alessandro Venticinque
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