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Abbiamo bisogno di Colei che intercede

Festa della Madonna del Carmine 2021

Don Mario Cesario (nella foto), parroco di Santa Maria del Carmine ad Alessandria, si sta preparando per le celebrazioni della Madonna del Carmine, un momento di preghiera e devozione molto atteso dagli alessandrini (ma non solo, come ci racconta don Mario in questa intervista). L’appuntamento di quest’anno è dall’11 al 17 luglio: l’inizio sarà domenica 11 alle ore 18, con l’Intronizzazione e la Santa Messa celebrata dal vescovo di Alessandria monsignor Guido Gallese. «Da due anni ormai partiamo dalla sacrestia e portiamo la statua della Madonna in una piccola processione, per esporla alla preghiera dei fedeli» ci spiega don Cesario. E l’intervista comincia qui.

Disegno della parrocchia di N.S. del Carmine
realizzato dall’architetto Luigi Visconti

Don Mario, a quante celebrazioni hai assistito?

«Eh (sorride), andavo alla Madonna del Carmine sin da quando ero ragazzino. Avrò avuto 7-8 anni, e mia madre mi portava alla festa».

Dimmi la verità: sentivi già la vocazione sacerdotale?

«Guarda, sarò sincero: mio fratello Agostino sì, tanto che entrò in seminario all’età di 11 anni. Io mi sono “svegliato” dopo e sono entrato quando ne avevo 15… una vocazione adulta (sorride)».

Quando sei entrato come sacerdote per la prima volta al Carmine?

«Al Carmine mio fratello è entrato nel 1991, e io con lui».

Com’è la devozione per questa Madonna?

«La Madonna del Carmine, oltre che negli alessandrini, suscita una devozione particolare in chi viene dal Sud, perché in meridione è molto amata. E infatti arrivano fedeli non solo dalla diocesi, ma anche da fuori. Devo anche confessare una cosa…».

Confessa.

«Quello che ha suscitato in me maggior devozione in questi ultimi tempi è stato quando, a dicembre dell’anno scorso, tutti pregavano perché io uscissi sano dall’ospedale dopo il mio ricovero per il Covid. È stata una sensazione… anzi no, non è la parola giusta: è stata una realtà (enfatizza il termine “realtà”, ndr) incredibile. In ospedale sentivo queste preghiere, e mi curavano».

Quest’anno che cosa chiedi alla Madonna del Carmine?

«Le chiedo la possibilità di continuare così, fisicamente e psicologicamente. Per la nostra diocesi, chiedo la grazia di illuminare chi ci governa e chi, nella sua semplicità, cammina in questa nostra piccola, grande Chiesa».

Qual è la “sostanza” di questa festa?

«Sta nel nostro bisogno di esteriorità per concretizzare l’interiorità. Attraverso il corpo abbiamo bisogno di sensibilizzare ulteriormente lo spirito. Una crescita spirituale, che ci aiuti a vivere: per essere meno aggressivi, più comprensivi e più buoni».

A proposito di aggressività: con il Covid siamo migliorati o peggiorati?

«Ti dico come la penso io: siamo diventati più egoisti, anche se apparentemente più disponibili. Più ipocriti, insomma. I mass media ci bombardano a volte in modo sbagliato, e allora inconsciamente diventiamo più chiusi. Cerchiamo soprattutto la salvezza fisica…».

E la salvezza dell’anima?

«Un po’ meno… Anche quando siamo davanti alla morte, abbiamo bisogno di una mediatrice: è la Madonna, cioè Colei che intercede».

Perché abbiamo bisogno di qualcuno, tra noi e il Signore

«Guarda, è sempre stato così, già dalle nozze di Cana. E noi continuiamo sulla stessa linea».

La festa della Madonna del Carmine è venerdì 16 luglio. Alle ore 11 sarà celebrata la Santa Messa, con la benedizione degli Scapolari..

«Gli Scapolari sono un segno per ricordarmi come mi debbo comportare. Attenzione, però: la benedizione non è un fatto di superstizione, un talismano, un portafortuna contro le malattie o i guai. È un’intercessione con cui si chiede, attraverso quell’oggetto, l’intervento della Madonna»

Sempre venerdì 16, alle 17.30, la Santa Messa sarà celebrata da monsignor Pier Giorgio Micchiardi, vescovo emerito di Acqui Terme.

«Ci conosciamo dal 1964… lui mi parlava sempre dei suoi compagni di Teologia della nostra diocesi, don Ivo Piccinini e don Giorgio Molinari».

Sabato 17 ci sarà il Rosario e la celebrazione della Santa Messa per i defunti e nel ricordo di tutti i benefattori. Ricorderai dunque anche tuo fratello, don Agostino… So che tu gli parli e gli chiedi consiglio.

«Gli chiedo sempre di tenermi sulla retta via, e di darmi una mano nei momenti difficili. Mio fratello è ancora molto presente nella mia vita».

Andrea Antonuccio

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