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La Randonnée, gli Scout e il Fiume

Intervista a Stefano Scaglione, capo scout e organizzatore della Randonnée sul fiume Po

Avreste mai pensato di vedere quasi 200 persone su zattere, canoe e barche sul Po? Questo è quello che è successo domenica scorsa, 19 settembre, con la decima edizione della “Randonnée sul fiume Po” organizzata dal gruppo scout Agesci Valenza 1. Un’avventura da Valenza a Bassignana lungo il fiume, con grandi e piccini. Per poi concludere con il pranzo e la festa a Rivarone, ovviamente in riva al fiume. Abbiamo chiesto a Stefano Scaglione (in foto qui sotto), capo scout che da sempre è dietro all’organizzazione dell’evento, di raccontarci di più di questa “domenica galleggiante”.

Stefano, partiamo dalle basi: cosa è la Randonnée?

«La Randonnée (“passeggiata” in francese, ndr) è un momento per stare con gli amici, con le famiglie, a contatto con il fiume in maniera serena, ma anche divertente. Nata per avvicinarsi al fiume, è diventata una festa per tutti. E questo si vede anche da chi torna, sempre entusiasta ogni anno. E i sorrisi sono sia di adulti sia di bambini».

Ma chi ve lo fa fare?

«Come Comunità Capi del gruppo scout, alla fine di ogni edizione, ci fermiamo e verifichiamo cosa ha funzionato e cosa no. E da lì valutiamo se e come riproporla: il nostro scopo principale è l’educazione, a partire dai bambini. Questo evento ci mette in contatto con i ragazzi, con le famiglie, sia quelle del Gruppo sia quelle esterne. Questa occasione ci permette di vivere l’ambiente del fiume con rinnovato stupore, di coltivare relazioni sul territorio, di scoprire la bellezza della vita all’aperto. Ma questa nostra proposta non si limita a un evento all’anno: è insita nella proposta educativa del metodo scout».

Come è nata la Randonnée?

«Nasce da una somma di idee, di esperienze. Intorno al 2010 abbiamo cominciato ad accompagnare sul fiume sempre più gruppi scout e, nel 2011 abbiamo sperimentato la prima (e unica) “Domenica galleggiante”. Da questo, Luciano Garavelli, fondatore degli “Amici del Po”, ci ha proposto di mettere insieme le forze per la prima edizione della Randonnée. Era il 2012 e ci siamo detti: “Proviamoci e vediamo come va”. E oggi siamo ancora qui, dieci anni dopo».

E come è andata quest’anno?

«In acqua eravamo 180, di cui 130 partecipanti con materiale fornito da noi, dagli aiuti al galleggiamento (salvagenti, ndr) alle pagaie, alle imbarcazioni. Gli altri cinquanta sono canoisti esperti, che si aggregano. E ogni anno sono sempre di più. Ma la Randonnée non è solo fiume e, con il pranzo organizzato dalle associazioni rivaronesi Arca e Soms siamo arrivati a 200 partecipanti. Devo dire che è andata molto bene, ci siamo avvicinati ai numeri record del 2019, nonostante il Covid».

Quanti siete dietro all’organizzazione dell’evento?

«Come dicevamo, è nata per scherzo. Ma ora la cosa si è fatta seria. Dietro c’è tutta la Comunità Capi del Valenza 1, che vede i nostri 15 capi impegnati su più fronti. C’è chi cura gli aspetti più tecnici, chi quelli organizzativi, chi quelli “in acqua” e chi quelli a terra. Il mese prima dell’evento è davvero frenetico: si cercano sponsor, si contattano gli enti e le amministrazioni comunali, si mette in moto la macchina della comunicazione. Il momento “clou” ruota intorno al weekend: dal venerdì precedente cominciamo a muovere tutto il materiale necessario, dalle canoe ai pali per le zattere, dalle corde ai salvagenti. Ma il motore resta acceso fino a metà della settimana successiva».

Oltre ad aver vissuto una “giornata diversa”, cosa lascia questo evento?

«Nei partecipanti, sicuramente, il ricordo di una bella esperienza, un’immagine del fiume completamente opposta di quella che si immagina guardandolo dalla riva. Una volta sbarcati, negli occhi ci sono colori diversi, con uno sguardo di stupore rinnovato sul Creato, sul punto di vista privilegiato sul Parco del Po. Anche la sicurezza e l’organizzazione vengono molto apprezzate dai neofiti, da chi è meno avvezzo all’avventura».

Ci sono altre occasioni nell’anno?

«Durante l’anno non ci sono molti momenti così strutturati: come dicevo il nostro agire è principalmente educativo, rivolto ai ragazzi e alle ragazze degli scout. Ma il nostro centro nautico “Un Po strano” è aperto a tutte le associazioni del territorio, specialmente se con scopi educativi. Fanno eccezione però le Giornate del Fondo ambiente italiano, in primavera e in autunno, durante le quali, presso l’approdo fluviale di Rivarone, chiunque può fare un giro in canoa, accompagnato da alcuni nostri esperti. Il fiume è ancora più accessibile rispetto alla Randonnée!».

Che cosa c’entra il fiume con gli scout?

«Scout e acqua sono legati a doppio filo, fin dall’inizio. È nello spirito originario del nostro fondatore, Robert Baden-Powell, il voler proporre l’avventura come strumento educativo, anche sull’acqua. Per noi scout valenzani, da sempre, il fiume ha il suo fascino: i nostri Lupetti e le nostre Lupette (8-11 anni, ndr) giocano con il “Branco del Lungo Fiume”, proprio negli spazi del Parco del Po; i più grandi, dai 16 ai 20 anni, vivono esperienze di navigazione fluviale di più giorni. Pensate che è un legame che nasce da lontano, addirittura dagli Anni 70. Con il passare del tempo e grazie alla passione di alcuni Capi, ci siamo avvicinati sempre più al fiume. È stato un crescendo».

Possiamo dire quindi che il fiume “educa”.

«Vivere il fiume insegna a mettersi davanti alla forza della natura, che va rispettata. L’ambiente acquatico aiuta a formare il carattere e il fisico, affrontando gli imprevisti con il sorriso, con competenza e preparazione. Quattro anni fa, insieme con Agesci Piemonte, è nato ufficialmente anche il centro nautico “Un Po strano”, unica realtà fluviale in regione. Ogni anno con noi, sia su Po sia su Tanaro, passano qualcosa come 300 tra ragazzi e capi, non solo dal Piemonte, per vivere esperienze di due o più giorni sul fiume».

Però, molti di noi hanno negli occhi immagini tragiche legate al fiume, dalle alluvioni agli incidenti.

«Con il fiume non si scherza. E lo abbiamo capito anche noi, sempre di più. Cerchiamo di far vivere in sicurezza le avventure sul fiume, con consapevolezza, attenzione e rispetto. Da diversi anni, alcuni nostri Capi scout si sono formati per diventare soccorritori fluviali e alluvionali, presso la Scuola nazionale di formazione soccorso e salvamento fluviale e alluvionale “Rescue Project” di Caldes (Trento), un’eccellenza non solo italiana ma a livello europeo».

Stefano, un ringraziamento speciale?

«Il mio “grazie” va ai sindaci di Valenza, Rivarone e Bassignana, che sempre ci danno la possibilità di dar vita a questo evento, in un clima di stima e fiducia. Grazie alla Croce Rossa Italiana per il supporto sia sanitario sia tecnico, con i volontari e gli Operatori polivalenti di salvataggio in acqua. Quest’anno grazie anche alla Protezione civile dell’Associazione nazionale alpini, per il supporto a terra e, soprattutto, per l’avvio della nuova squadra di soccorso fluviale»

Quali sono i prossimi appuntamenti?

«Stiamo ripartendo con le attività scout ordinarie, ma per tutti l’appuntamento è domenica 17 ottobre per le Giornate d’autunno del Fai, presso la base “Moka” di Rivarone, in riva al fiume Tanaro, per un giro in canoa e una passeggiata nel bosco. E poi, chissà, appuntamento all’anno prossimo, per l’undicesima edizione della Randonnée sul fiume Po».

Giorgio Ferrazzi

L’approfondimento

Il Gruppo scout Valenza 1 è parte dell’Agesci – Associazione guide e scout cattolici italiani, la più grande associazione scout d’Italia. Con più di 55 anni di vita nella città dell’oro, da sempre propone attività all’aperto con il metodo scout, ai bambini, ragazzi e giovani di Valenza dintorni, a partire dagli 8 anni. La sede è immersa nel Parco fluviale del Po, a Valenza. Per info: 333 33 79 548 o valenza1@piemonte.agesci.it.

Il Centro nautico “Un Po strano” è uno dei quattro centri del Settore nautico dell’Agesci Piemonte, nei quali il metodo scout incontra l’ambiente acqua. Le proposte del Centro si articolano tra il Po e il Tanaro, su canoe, zattere o kayak. La sede operativa è la Base “Moka”, all’approdo fluviale di Rivarone. Per maggiori informazioni: 335 59 57 666 o centronautico.unpostrano@piemonte.agesci.it.

Giorgio Ferrazzi

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