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«Lo Spirito Santo è l’attore principale del Sinodo»

Il Vescovo apre il cammino sinodale

«Carissimi fratelli e sorelle, con questa celebrazione parte il cammino diocesano del Sinodo». Così, monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria, ha aperto il Sinodo diocesano sabato 16 ottobre, alle ore 10, con la Santa Messa in Cattedrale. Il percorso sinodale, dal titolo “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita“, è stato aperto ufficialmente da papa Francesco domenica 10 ottobre, con una celebrazione nella Basilica di San Pietro, in Vaticano.

«Il Papa ha voluto che il prossimo Sinodo dei vescovi, che si svolgerà nella sua assemblea a Roma nel 2023, tra due anni, venga preceduto da un cammino che coinvolge la Chiesa intera. Proprio come dice la parola Sinodo: “Fare strada insieme“. Si inizia quindi con un percorso di ascolto delle chiese nel mondo, tra cui ovviamente anche la nostra. In questo ascolto siamo chiamati a fornire, alla Santa Sede, attraverso la Conferenza episcopale italiana, dei pareri che saranno al centro del Sinodo sulla sinodalità. La modalità con cui forniremo la risposta servirà per avviare, a nostra volta, un percorso sinodale. In modo da non portare parole vuote, ma sperimentare sul campo e vivere a pieno la sinodalità. Dando così un contributo concreto di una chiesa locale al Sinodo della chiesa universale. Un cammino importante bello, che potrà dare buoni frutti sia per la nostra Diocesi sia per la Chiesa intera» ha proseguito il Vescovo davanti ai fedeli in cattedrale.

Spiegando anche il significato profondo di iniziare questo percorso con una Celebrazione Eucaristica, che «ha un valore infinito, in cui occorre darsi, come Cristo si è donato, si è consegnato, a noi. Farlo, come siamo, nel nostro stato attuale, uomini peccatori, che vivono nel Mistero eucaristico la loro redenzione».

La parole del vescovo nell’omelia

Nell’omelia, monsignor Gallese ha proseguito la riflessione sul Sinodo, legandola alla lettura del Vangelo (I discepoli di Emmaus, Luca 24:13-53). «Abbiamo ascoltato questo Vangelo veramente sinodale dei discepoli di Emmaus, lo stile di Gesù è straordinario. Egli si mette in cammino con due uomini veramente abbattuti, che hanno perso la speranza. Hanno seguito una persona che credevano umanamente vincente, e hanno scoperto che, invece, è un perdente. Abbiamo dovuto fare, e facciamo, l’esperienza nella nostra vita cristiana di essere degli sconfitti. Quante volte la facciamo noi sacerdoti! Soprattutto in questo periodo che noi uomini siamo presi dalle cose materiali, in cui sembra che Dio sia assente. Sembra che veramente si sia realizzata la profezia di Nietzsche, e che la nostra società, la nostra cultura, abbia ucciso Dio. E questo “Dio è morto” altro non è che la proclamazione del nostro Mistero della fede. È morto ma è risorto. È morto ma è vivo e sta camminando con noi, anche se non lo vediamo, anche se non lo riconosciamo, anche se siamo sfiduciati. Anche se il nostro cammino fisico sta prendendo la strada sbagliata. Gesù si fa pellegrino, cammina con noi. Per questo, il Sinodo non è la frustrante enunciazione delle teorie tutte giuste. È il camminare insieme, così come siamo, nella direzione in cui stiamo andando, anche sfiduciati. È fare esperienza, aprire gli occhi, e accorgerci che il Signore è con noi. Egli è presente».

Il Vescovo ha poi fatto riferimento al Sinodo, attraverso le parole di papa Francesco: «Non si tratta di un parlamento, ma c’è la presenza di Dio. E noi dobbiamo far scaturire da Dio il cammino della Chiesa. Il Pontefice ci chiede di riprendere l’Adorazione Eucaristica, dove incontriamo il Signore. Perché il cambiamento di rotta non è il frutto di una mera riflessione teologica, ma è frutto di un incontro con il Signore, che sta camminando con noi. Con noi che siamo un po’ sfiduciati, che non siamo in tanti, che siamo quello che siamo, con i nostri difetti. Egli vuole incontrarci».

C’è un altro punto, toccato dal Pontefice, su cui il Vescovo si è voluto soffermare: lo Spirito Santo. «Dobbiamo uscire dall’immaginario collettivo, che ci attanaglia le menti e i cuori, di vedere la Chiesa e gli organismi della Chiesa come una specie di parlamento. Dove parliamo, discutiamo, prendiamo delle scelte. Nel Sinodo è lo Spirito che suggerisce cosa dobbiamo fare. Dobbiamo seguirlo. So che è difficile pensare che lo Spirito Santo conduca la Chiesa: però, dopo tutte le affermazioni disseminate in diversi punti dell’antico Testamento, penso che dovremmo credere che non siano solo le nostre forze e scelte a condurre la Chiesa, ma che sia lo Spirito».

«Lo Spirito è l’attore principale della Chiesa e quindi anche del cammino sinodale» ha concluso monsignor Gallese, al termine della sua omelia. «Il Signore non è tanto schizzinoso, prende chi c’è, chi è disponibile, e vuole stare con Lui. Non c’è bisogno di tante cose. E lo Spirito Santo? Conduce tutto e conduce anche noi che siamo un corpo, il Corpo di Cristo che è la Chiesa, in molte membra che hanno un ruolo. E questo ruolo è lo Spirito che, pian piano, ce lo fa capire. In modo particolare lo comprendiamo celebrando l’Eucarestia, ed è la ragione per cui ho voluto che iniziassimo da qui. Perché il Corpo di Cristo che riceviamo crei un legame sempre più forte, nella Chiesa, tra noi, con Cristo, e ci faccia capire quale membra siamo. Carissimi, abbiamo dei suggerimenti straordinari dalla Parola di Dio. Li lascio alla vostra meditazione, per rigustarli, da soli e nelle vostre comunità, dando così un orizzonte chiaro al nostro cammino sinodale».

Alessandro Venticinque

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