“Dal vivo” di Alberto Ricci
Il Teatro Carlo Felice di Genova apre la stagione autunnale con un’opera di Vincenzo Bellini: Bianca e Fernando, lavoro strettamente legato alla storia della città. Come ricorda anche il soprintendente Claudio Orazio, quest’opera inaugurò, nell’aprile del 1828, il teatro Carlo Felice.
“Bianca e Fernando, melodramma serio in due atti” di Vincenzo Bellini, è l’opera che il 7 aprile 1828, come ricorda una cronaca del tempo, «alla presenza de’ Reali Sabaudi, tra il giubilo e l’ammirazione de’ cittadini e de’ molti forestieri tratti a Genova da così splendida festa», con il compositore stesso sul podio inaugurò solennemente il Teatro Carlo Felice.
La musica di Bianca e Fernando è stata per un secolo oggetto di ipotesi e ricostruzioni sostanzialmente basate sulla prima versione dell’opera (Bianca e Gernando, su libretto di Domenico Gilardoni), andata in scena al Teatro San Carlo di Napoli il 30 maggio 1826. Quando Bellini fu invitato a Genova decise di riprenderla e, sui versi stavolta di Romani, intervenuto radicalmente anche sulla trama, la portò a miglior forma riscrivendo ampi tratti, poi fatalmente dispersi.
Grazie a un capillare lavoro di ricerca, promosso dalla Fondazione Teatro Carlo Felice nell’ambito del progetto Civiltà musicale genovese e ligure e realizzato con il coordinamento musicologico dalla specialista Graziella Seminara (Università di Catania, Fondazione Bellini), questi materiali sono adesso tornati alla luce in biblioteche italiane e straniere.
La messa in scena dell’opera sarà affiancata dall’allestimento nel foyer di una mostra documentaria con alcuni degli originali ritrovati, dedicata a quest’opera e al Teatro che con essa aprì i battenti, a cura di Francesco Zimei.
La mostra, inaugurata il 12, sarà aperta fino al 30 novembre, tutti i giorni dalle ore 15 alle 19, ingresso libero. L’opera sarà in scena venerdì 19 novembre in prima, con repliche il 20, 21, 28 e 30 novembre, direzione musicale di Donato Renzetti, alla testa dell’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice preparato da Francesco Aliberti, per la regia, con le scene e i costumi di Hugo De Ana, con le luci di Paolo Mazzon.