Intervista a Silvestro Castellana
Due sacerdoti che non ci sono più, monsignor Fiorenzo Costa («che allora per noi era don Fiorenzo e basta» spiega Silvestro Castellana) e don Angelo Spinolo, un giorno hanno deciso di fare un pellegrinaggio speciale su una Lambretta. Castellana si abbandona ai ricordi, e ci racconta… «Senz’altro l’idea era di don Fiorenzo, che era il più “patito” della moto. Aveva la Lambretta primo tipo, quella ancora non carenata, e ha deciso di partire e andare in Terrasanta attraversando la ex Jugoslavia e il Medio Oriente».
Silvestro, già oggi sarebbe un viaggio quasi impossibile, ma allora era improbabile possiamo dire.
«Allora era molto difficoltoso perché in quel periodo era sì abbastanza pacificata la zona, però c’erano enormi difficoltà di approvvigionamento».
Non c’erano gli hotel, i bed and breakfast…
«Io mi ricordo quando ne parlavo con don Angelo, diceva che avevano continuamente l’assillo di trovare benzina perché i rifornimenti erano a centinaia di chilometri l’uno dall’altro».
Ma quali Paesi hanno attraversato?
«Tutta l’ex Jugoslavia, la Turchia, la Giordania…».
Ma cosa è successo quando sono arrivati in Terrasanta?
«Ecco, di quando sono arrivati io ho sentito un un audio registrato proprio mentre stavano viaggiando. Vedendo la Terrasanta c’è don Angelo che grida: “Terrasanta, Terrasanta, Terrasanta, Terrasanta”. In quel “Terrasanta” c’era la gioia di arrivare ma sicuramente anche il togliersi dai pasticci (sorride)».
Tra l’altro don Angelo Spinolo, che allora era un ragazzino, un prete di prima nomina, era un uomo di grande e di profonda solidarietà umana e cristiana. Come la sua famiglia, raccontavano…
«Sì, la famiglia di don Angelo era nota a tutti perché chiunque avesse delle difficoltà sapeva che lì trovava un sostegno, magari qualcosa da mangiare, non veniva mai respinto, ecco. Questa è sicuramente la base che ha creato don Angelo. La famiglia è quella che ti dà l’imprinting iniziale».
Quando hai conosciuto don Angelo?
«Ho conosciuto don Angelo giovanissimo, perché nel ’48 io avevo 14 anni, lui ne avrà avuti 18, una cosa del genere (17, ndr) e ci siamo ritrovati al famoso convegno dei 500 mila della Giac (per l’80° anniversario della nascita della Gioventù italiana di Azione cattolica, ndr). Praticamente, ci hanno messi a dormire in una scuola dove per terra avevano messo un tappeto di paglia, avremmo dovuto dormire su quel tappeto di paglia. Io mi sono ritrovato vicino a questo giovane seminarista, perché allora ancora era un seminarista, e abbiamo chiacchierato tutta la sera perché dormire non si poteva».
Che sacerdote era don Angelo Spinolo?
«Era un uomo del fare, un uomo che non era né un grande oratore né un gran chiacchierone: lui faceva. Non so, per esempio la sua Caritas è stata una delle meglio organizzate della diocesi da subito. Anche coi “fanciòt” di don Stornini è uno che si è impegnato tanto perché ha capito da subito che conservare lo spirito di don Stornini sarebbe stato un seme che avrebbe dato frutto nella sua parrocchia. E difatti quanti preti sono nati da san Pio V!».
IL LIBRO E LA VITA, PER APPROFONDIRE
- PELLEGRINAGGIO A DUE RUOTE
- DON ANGELO
“Da Alessandria alla Terra Santa” è il libro che don Angelo Spinolo scrisse per raccontare il pellegrinaggio “a due ruote” con don Fiorenzo Costa, suo confratello e… cugino.
Da questo libro abbiamo tratto le foto, le tappe alcuni dettagli di questo viaggio che, ancora oggi, sarebbe impegnativo per il più ardito degli avventurieri.
Don Angelo Spinolo, originario di Grava, nasce il 7 febbraio 1931. Ordinato presbitero il 29 giugno dell’Anno mariano 1954, da giovane prete era stato vice parroco di Bassignana e poi, dal 1959 al 1965, vice parroco in Cattedrale.
Nel 1965 gli fu affidata la parrocchia di San Pio V, nella quale è rimasto come pastore per oltre 60 anni. Nel 2011 è stato nominato Canonico della Cattedrale. Il 18 dicembre 2016 è tornato alla Casa del Padre, all’età di 85 anni.
Testi a cura di Marco Lovisolo