“100 anni fa” di Carlo Re
Meriterebbe più di un riassunto quanto, per il defunto Benedetto XV è riportato da La Libertà n° 4 del 27 gennaio 1922 col titolo: La morte di S.S. Benedetto XV – il Papa.
«L’avevamo visto l’ultima volta in San Pietro benedicente dall’alto della sedia gestatoria, centomila giovani cattolici applaudenti. Il Signore aveva voluto che i brevi anni del memorabile pontificato quasi si chiudessero con la grande manifestazione di gratitudine e reduci dalla guerra al Padre e al Sovrano che – unico – durante la guerra li aveva assistiti e confortati. Da giovane era stato anch’egli un “cattolico laico” ed aveva condotto vita studentesca con i compagni; come supremo gerarca aveva ancora voluto stare tra i giovani e per loro lavorare e pregare… Se Pio X moriva di crepacuore sentendosi impotente ad arginare la bufera mondiale, Benedetto XV muore vittima di lavoro instancabile, di ansie indicibile sboccate appena nel nuovo trionfo del cattolicesimo nel mondo. La storia dirà chi fu e che fece questo Papa, e s’egli appare già così grande a noi che ne fummo contemporanei…».
Ciò che ha fatto il Papa durante la guerra. Per i prigionieri inabili; per i malati, per i tubercolosi; pel riposo dei prigionieri; pei padri di famiglia; pei detenuti civili; ufficio informazioni; contro i bombardamenti aerei; per le popolazioni sventurate; e ancora per la pace: Vera libertà e comunanza dei mari – Evacuazione totale del Belgio – Evacuazione della Germania dal territorio francese Soluzioni territoriali tra Francia e Germania, tra Italia e l’Austria, secondo le giuste aspirazioni dei popoli…
Al Consiglio provinciale. Battaglia dei Popolari contro le sovrimposte… L’Amministrazione Socialista o trova 31 voti per approvare il bilancio nella prossima seduta o accetta le riforme proposte dai Popolari che hanno sostenuto da soli la battaglia (i Liberali sempre assenti e lo Scotti, seconda gaffe ai Contadini, si astiene dal voto).