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«Una guerra contro il peccato»

Guerra in Ucraina

Le parole del patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, pronunciate al termine della divina liturgia celebrata nella domenica del perdono, domenica 6 marzo 2022: «Per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass. E nel Donbass c’è un rifiuto, un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che vengono offerti oggi da coloro che rivendicano il potere mondiale. Oggi c’è un test per la fedeltà a questo nuovo ordine mondiale, una sorta di lasciapassare per quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della falsa “libertà”. Sapete qual è questo test? La prova è molto semplice e allo stesso tempo terribile: è la parata del Gay Pride. Le pretese di molti di tenere una parata gay sono una prova della loro fedeltà al nuovo ordine mondiale; e sappiamo che se le persone o i Paesi rifiutano queste richieste, allora non entrano in quell’ordine mondiale, ne diventano estranei».

Un appello di oltre 270 sacerdoti della Chiesa ortodossa russa per la cessazione della guerra e la pacificazione è stato lanciato su Internet martedì 1° marzo. «Noi sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa, ciascuno a proprio nome, facciamo appello a tutti coloro da cui dipende la cessazione della guerra fratricida in Ucraina, e li esortiamo alla riconciliazione e alla cessazione immediata del fuoco. […] Noi siamo addolorati per il calvario che immeritatamente stanno subendo i nostri fratelli e sorelle in Ucraina. Affermiamo che la vita di ogni singola persona è un dono inestimabile e irripetibile di Dio, e perciò desideriamo che tutti i combattenti – russi e ucraini – tornino sani e salvi alle loro case e allo loro famiglie» si legge nell’appello. I sacerdoti concludono con queste parole: «Fermate la guerra».

La censura si abbatte anche sulle omelie dei sacerdoti e le loro prediche domenicali. Il sacerdote della parrocchia della Resurrezione di Cristo a Karabanovo, nella regione di Kostrom, Johann Budrin è stato fermato dalla polizia lunedì 7 marzo per la sua omelia di domenica scorsa. Dopo essere stato interrogato per oltre due ore e mezza, è stato rinviato a giudizio e dovrà comparire di fronte a un tribunale. Già poche ore dopo l’inizio dell’attacco russo in terra ucraina, il sacerdote aveva scritto sul social Vkontakte: «I soldati russi stanno uccidendo i loro fratelli e sorelle in Cristo. Noi cristiani non possiamo farci da parte quando un fratello uccide un fratello, un cristiano uccide un cristiano».

Fonti: lanuovaeuropa.org e agensir.it

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