La conferenza del presidente dei Grigi
È passato quasi un mese dal venerdì sera che ha deciso il futuro dell’Alessandria. Perché se fino a ieri poteva restare il dubbio sul fatto che la data del 6 maggio restasse nella storia del club come quella che – dopo neanche dodici mesi dalla storica promozione in B – decretava il ritorno in C, ora sappiamo che in realtà resterà anche come il punto di non ritorno dell’era Di Masi, convintosi «per la prima volta dopo dieci anni che possa essere arrivato il momento di prendere in considerazione l’idea di cedere perché il bene della società viene prima di tutto».
Ad annunciarlo lo stesso presidente nel corso di una conferenza stampa mercoledì 1° giugno in cui ha sottolineato come «ci sono un paio di trattative aperte ma nulla ancora di certo». Questa dunque la motivazione del silenzio di queste settimane «perché questo è il momento migliore per portare avanti un discorso del genere, con l’iscrizione del campionato al 22 giugno e il mercato che apre ufficialmente il primo luglio.
Al momento sono solo approcci e vedremo come si svilupperanno ma deve trattarsi di persone serie che possano fare come e meglio di me». Se si concretizzeranno le trattative dovrà trattarsi di una cessione totale, nessuna apertura a ingresso di eventuali soci «perché questa è la mia storia, o tutto o niente. Se accadrà, ho la consapevolezza di lasciare una società sana. Certo, un altro anno in B mi sarebbe piaciuto, anche per farlo con una esperienza maggiore e in caso di possibilità di riammissione saremo pronti. Non credo (e qui il riferimento è alle parole di Longo e Artico, ndr) che dal punto di vista organizzativo ci sia mancato qualcosa, perché anche una figura come quella di un direttore generale in una struttura per scelta snella come la nostra non penso fosse determinante, e il budget era in linea con quello delle sei/sette squadre che hanno chiuso il campionato nella parte bassa della classifica, quindi forse è sul campo che andava ricercato quel punto che ci è mancato».
E se le trattative non andassero a buon fine «al momento dell’iscrizione valuteremo. Ora pensarci è prematuro ma certo sarebbe qualcosa di diverso da quanto fatto fino ad oggi, perché rilanciare come ho sempre fatto mi sembra difficile».
Inevitabile ripensare a questi ultimi dieci anni, partiti con quella famosa conferenza stampa («che forse per l’emozione del momento ricordo perfettamente, a differenza di episodi anche più recenti») in cui annunciava un progetto a lungo termine che potesse portare alla B: «Sono stati anni meravigliosi, impensabili per tutti, non solo per me, per le emozioni che abbiamo provato e i momenti bellissimi che abbiamo vissuto – ammette Di Masi – Per questo ringrazio di cuore le persone vere che lavorano per la società e che mi hanno supportato, standomi vicino nei momenti belli come in quelli meno felici. E grazie alla stragrande maggioranza dei tifosi che ha vissuto con noi ogni momento. Chi conosce lo sport sa che ci sono momenti buoni e altri meno buoni e il tempo ci aiuterà a comprendere che abbiamo vissuto pagine di storia che sicuramente rimarranno».
Non un commiato quello di Di Masi che ha chiuso sottolineando come «anche da esterno mi piacerebbe tornare al Moccagatta. Certo, all’inizio sarà difficile e un po’ di distacco ci vorrà ma mi piacerebbe tornare, magari per festeggiare qualcosa di importante con i tifosi».
Marina Feola
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