“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Nel momento in cui mi accingo ad esprimere i miei confusi pensieri, ho la sensazione che questo titolo non sia nuovo perché la pur tanto amata ars pedatoria riserva molti aspetti deteriori di cui tutti faremmo volentieri a meno ma che forse, anche solo in parte, sono alla base della sua grande popolarità, ergo del suo successo. Mi riferisco ora alle irrazionalità di parte della tifoseria che individua con troppa superficialità “buoni e cattivi“, talvolta gettando la croce addosso a chi non lo merita e, alla fin fine, facendosi del male (e molto) da sola.
È dei giorni scorsi la notizia, da fonte confidenziale, secondo la quale l’impegno di Di Masi avrebbe potuto seguitare se ci fosse stata altra reazione da parte della tifoseria rispetto alla notizia della retrocessione in B. La stessa fonte è quella che mi aveva riferito dei singhiozzi del presidente al fischio finale dell’ultimo infausto incontro casalingo col Vicenza, con conseguente commozione estesa agli altri componenti della famiglia secondo cui una persona molto prossima al Patron, proprio in tale frangente, gli si sarebbe fatta vicino letteralmente dicendo: «Basta!».
Non so se la notizia sia vera ma di sicuro è verosimile sicché non posso far altro che seguitare a manifestare tutta la mia incredulità e il mio sconcertato stupore rispetto agli insulti profferiti nei confronti di un uomo che così tanto ha fatto e speso per la maglia grigia e che ha visto vanificare gli sforzi del campionato in Serie B per colpe quantomeno non del tutto sue. Ma, va da sé, se qualcuno preferisce ritornare ai tempi dei derby a Castellazzo pur di togliersi di torno il Patron torinese, come ho già avuto modo di dire, lo rispetto ma non li condivido. Né ora, né mai.