L’arcivescovo di Mosca
«Un appello così accorato e profondo può venire solamente da una immedesimazione profonda con il cuore di Cristo e questo e solo questo rende ragione di questa preghiera così intensa, profonda. Penso che queste parole non possono non raggiungere il cuore del presidente russo, del presidente ucraino e anche forse di tanti altri. Almeno me lo auguro». Così l’arcivescovo di Mosca, monsignor Paolo Pezzi (nella foto), commenta a caldo l’inedito Angelus di papa Francesco, interamente dedicato alla crisi ucraina e alla preghiera per la pace.
«L’Angelus di ieri è stato per me molto toccante» confessa subito l’arcivescovo parlando questa mattina (lunedì 3 ottobre, ndr) al Sir. «La situazione è realmente preoccupante», aggiunge. «Desta una grave preoccupazione e il Papa non lo nasconde. Anche noi non dobbiamo nascondercelo. Ma soprattutto penso che come dice papa Francesco la preoccupazione nasce da una escalation che si nota e dalla mancanza di un cammino che non si è intrapreso verso una de-escalation. Penso che nella misura in cui queste parole toccheranno il cuore di tanti, questo può cambiare il destino del mondo. Non dimentichiamo che le forze che muovono il destino dei popoli sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo e quindi tutto realmente dipende da come e quanto questo annuncio viene accolto».
Leggi qui l’angelus di papa Francesco di domenica 2 ottobre
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